Questa stagione di F1 è stata per Sergio Perez un vero e proprio disastro: analizziamo il 2024 del messicano.
Quando Sergio Perez arrivò in Red Bull nel 2021, il messicano era la scelta giusta per il team di Milton Keynes: un pilota esperto, che negli anni si è sempre dimostrato veloce, costante e affidabile, perfetto per fare la seconda guida e mettersi dietro i rivali dell’uomo di punta, Max Verstappen, ma che potesse anche contribuire a portare a casa punti per il titolo costruttori con sicurezza e facilità. A distanza di 4 stagioni, però, Sergio Perez ci ha smentito, e il messicano saluta Red Bull e la F1 nonostante un contratto fino al 2026.
Le prestazioni di inizio anno non potevano farci pensare che al termine della stagione Sergio Perez e Red Bull si sarebbero divise, ma in quest’analisi vedremo come, per com’è andato il 2024, era più che inevitabile.

Buon inizio grazie alla Red Bull performante
La stagione 2024 di F1 inizia proseguendo il buon lavoro del 2023, ma con la consapevolezza che la vettura sarebbe stata meno dominante dell’anno precedente, dove ha collezionato 21 vittorie su 22 gare. Red Bull è sempre la prima forza del mondiale, ma il distacco con gli avversari è minore.
Max Verstappen non nota la RB20 meno performante e vince 5 delle prime 7 gare, ma neanche Sergio Perez, che soddisfa le aspettative del team terminando sul podio 4 volte in queste prime gare, con 3 secondi posti e 1 terzo posto in Cina.

Il terzo posto a Shanghai, però, sarà l’ultimo podio di Sergio Perez nel 2024. Il messicano, da questo momento in poi, complice anche un peggioramento delle prestazioni della monoposto, inizia un veloce declino che lo porterà a collezionare risultati decisamente sotto le aspettative.
Da Imola in poi è solo calvario
Dal Gran Premio di Imola, settima tappa della stagione, si inizia a vedere il calo di rendimento del messicano: mentre Verstappen fa la pole position, Perez è eliminato in Q2. La RB20 si può definire ancora la prima macchina del mondiale, quindi non riuscire a raggiungere la Q3 è sicuramente frustrante. La gara viene poi vinta dall’olandese, mentre il 34enne termina ottavo.
Le gare successive vedono un calo delle prestazioni della Red Bull e grandi passi in avanti della McLaren, che dal GP di Monaco inizia ad essere la macchina da battere. Mentre Verstappen riesce comunque a stare in lotta per la vittoria, Perez scompare dalle posizioni più alte.

Dal GP di Monaco fino al GP del Belgio, quindicesima tappa e ultima gara prima della pausa estiva, Perez colleziona pessimi risultati: due ritiri a Montecarlo e a Montreal, un diciassettesimo posto in Gran Bretagna dopo non essere riuscito in qualifica a superare il Q1 e soli 24 punti ottenuti in questi 7 GP. Red Bull non è più la prima macchina, ma risultati del genere non sono accettabili e le voci di addio dopo il Belgio si fanno sempre più insistenti nonostante Perez abbia firmato il mese precedente il rinnovo fino al 2026.
Il rinnovo del contratto doveva dare a Perez la sicurezza per tornare nelle posizioni che contano, RB20 permettendo, ma così non è stato, e nella parte finale di stagione il messicano darà il peggio di sé e questo costerà a Red Bull il campionato costruttori.
La luce a Baku, poi il buio
La pausa estiva sembrava aver portato bene al messicano: dopo il sesto e l’ottavo posto a Zandvoort e Monza, Sergio Perez sembra aver ritrovato, nel Gran Premio di Azerbaigian, la luce. A Baku, circuito dove ha collezionato 2 vittorie, 1 secondo posto e 2 terzi posti, Perez ha la sua miglior gara del 2024, lottando per il podio con le Ferrari di Leclerc e Sainz. Proprio con lo spagnolo, però, ci sarà un incidente che porterà al ritiro di entrambi i piloti.

Lo spiraglio di luce visto a Baku non si rivedrà più. Il ritiro in quello che poteva essere il miglior weekend dell’anno non viene digerito, e i risultati ottenuti nella trasferta tra Asia e America parlano chiaro: decimo a Singapore, settimo ad Austin, diciassettesimo in Messico (a causa di un contatto con Lawson, ma comunque stava lottando per la decima posizione), undicesimo in Brasile (ottavo nella Sprint), decimo a Las Vegas e ritiro sia in Qatar che ad Abu Dhabi. Mentre Verstappen si laurea campione del mondo per la quarta volta, Perez ottiene 9 punti nelle ultime 7 gare.
Sergio Perez e F1: ancora insieme nel futuro?
Sergio Perez conclude il 2024 come peggior pilota dei top team, terminando l’anno in ottava posizione con 152 punti, di cui 103 ottenuti nelle prime 7 gare. Le pole position sono zero, esattamente come quelle di Lewis Hamilton, ma anche le vittorie sono zero, rendendo quindi Sergio Perez l’unico pilota di un top team a non vincere nemmeno una gara. Nel confronto con Verstappen, in 30 gare (tra GP normali e Sprint) Perez riesce a mettersi davanti al compagno di squadra solo a Melbourne, dove l’olandese si ritira.
Con una Red Bull non più dominante e capace di vincere il costruttori con il solo Verstappen, la presenza del messicano equivale ad una penalità per la classifica costruttori: Sergio Perez e Red Bull si salutano, al suo posto viene promosso dalla Racing Bulls il neozelandese Liam Lawson.
Niente F1 nel 2025 per il messicano, ma è un addio definitivo? È vero che il 26 gennaio compirà 35 anni, ma l’età conta fino a un certo punto (Hulkenberg, Alonso ed Hamilton ce l’hanno dimostrato) e Perez rimane comunque un pilota esperto che ai team di metà/bassa classifica può portare esperienza e sponsor: per questo potremmo rivedere Sergio Perez in F1 nel 2026 e chissà, forse con Cadillac, che vuole avere sia un pilota statunitense che un pilota esperto, e se proveniente dal continente americano ancora meglio… vedremo cosa gli riserverà il futuro.
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Crediti immagine di copertina: Unknown