F1 | L’evoluzione della Red Bull: dalla RB20 alla RB21

Un inizio dominante, poi le prime difficoltà.

Quando la Red Bull RB20 fece il suo debutto all’inizio dello scorso anno, sembrava destinata a dominare la stagione. Max Verstappen vinse sette delle prime dieci gare, dimostrando la netta superiorità della monoposto. In diverse occasioni, la sua supremazia fu schiacciante, ma la situazione cambiò nel sesto round a Miami, quando Lando Norris riuscì a conquistare la sua prima vittoria. Questo segnò un chiaro segnale: la McLaren stava riducendo il gap nello sviluppo.

Dopo il settimo trionfo stagionale di Verstappen in Spagna, la Red Bull entrò in una fase complicata: per dieci gare consecutive non riuscì più a vincere. I tentativi di migliorare la RB20 portarono a problemi di bilanciamento, rendendo la vettura più difficile da gestire.

L’addio di Newey e il calo della Red Bull

Nel maggio scorso, Adrian Newey ha annunciato la sua uscita dal ruolo di Direttore Tecnico della Red Bull, ritirandosi di fatto dalla Formula 1. Riflettendo sulle difficoltà del team, ha dichiarato ad Auto Motor und Sport: “Da quello che ho potuto vedere, la vettura del ’24 e anche nelle ultime fasi della ’23, direi, stava iniziando a diventare più difficile da guidare”.

Ha proseguito poi sottolineando un aspetto chiave: “Da quello che posso vedere dall’esterno, ma non so, i ragazzi della Red Bull – questa non è una critica – penso che, forse per mancanza di esperienza, abbiano continuato ad andare nella stessa direzione”. Un’analisi che lascia intendere che il team avesse insistito su uno sviluppo che, invece di migliorare la macchina, l’aveva resa più instabile.

Horner risponde alle critiche

Durante il lancio della F1 75, Christian Horner ha risposto alle dichiarazioni di Newey. Interpellato dai media, tra cui Motorsport Week, ha detto: “Non sono sicuro di non aver visto quei commenti, ma penso che i problemi siano più radicati rispetto allo scorso anno”.

Secondo il Team Principal della Red Bull, le difficoltà della RB20 non erano legate all’inesperienza degli ingegneri, ma a problematiche più profonde. Horner ha elogiato l’impegno della squadra nell’affrontare le criticità:

“Quando si analizzano attentamente i dati e alcune delle caratteristiche, si cominciano a vedere molto prima, sicuramente nel corso del 2023”, spiegò. “Si trattava di sbrogliare la matassa per capire quali fossero i fattori che contribuivano ad avere una prestazione così brillante. Penso che sia lì che il team ha lavorato duramente per comprendere e affrontare il problema”.

La RB21 è la soluzione ai problemi?

Credit: Red Bull Racing

Alla domanda su come la Red Bull avesse affrontato le criticità della RB20 con la nuova RB21, Horner si è limitato a dire: “Te lo dirò venerdì prossimo”, riferendosi ai test pre-stagionali in Bahrein.

“La squadra ha lavorato duramente durante l’inverno per correggere alcuni dei difetti della RB20. Abbiamo avuto un buon inverno e la prossima settimana avremo i primi riscontri su come abbiamo risolto certi problemi. Siamo riusciti a migliorarci nel finale della scorsa stagione e vedremo se abbiamo fatto un ulteriore passo avanti con le prime gare di quest’anno”.

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Segnali di ripresa nella seconda metà della stagione

Nonostante un periodo complicato, alcuni segnali positivi si erano già visti nella parte finale della scorsa stagione. La vittoria di Verstappen ad Austin e la straordinaria rimonta dal 17° posto nella prima manche del GP di San Paolo indicarono che la Red Bull aveva trovato delle soluzioni.

Un’ulteriore conferma arrivò con il successo nel GP del Qatar, reso possibile da test al simulatore e da regolazioni all’assetto. Ora resta da capire se la RB20, potente ma difficile da gestire, sia stata trasformata in una RB21 più flessibile e competitiva. I primi test in Bahrein saranno decisivi per rispondere a questa domanda.

Foto in copertina, Credit: Red Bull Racing


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