F1 | Lewis Hamilton attacca la FIA e Ben Sulayem: “Sono razzisti”

Nel media day di Singapore Lewis Hamilton ha attaccato la FIA e il suo presidente, Ben Sulayem sulle recenti discussioni per i team radio. L’inglese non ha gradito particolarmente il commento sui rapper.

Nella mattinata il super boss della FIA ha espresso il suo parere sulle parolacce presenti nei team radio dei piloti di F1 durante le varie sessioni. Ben Sulayem ha però fatto, secondo Lewis Hamilton, una pessima scelta di parole utilizzando i rapper come termine di paragone e li ha addirittura accusati di razzismo.

Le parole incriminate

“Voglio dire, dobbiamo distinguere il nostro sport  dalla musica rap,” ha detto Ben Sulayem a Motorsport.com. Non siamo rapper, sai. Quante volte i rapper dicono la parola con la F al minuto? Noi non facciamo questo. So cosa significa, sono stato un pilota, nel pieno dell’azione, quando pensi di essere arrabbiato perché un altro pilota ti ha urtato viene naturale usare certi termini ma dobbiamo dosare il nostro linguaggio.”

Lewis Hamilton Ben Sulayem
Lewis Hamilton e Ben Sulayem a colloquio nel GP d’Olanda 2022 (@ZumaPress)

Queste parole hanno mandato su tutte le furie Lewis Hamilton che dopo poche ore ha così risposto: “Per quanto riguarda ciò che ha detto, non mi è piaciuto il modo in cui l’ha espresso, dire che i rapper è molto stereotipato, se pensi alla maggior parte dei rapper, sono neri. Questo lo fa sembrare come se stessero dicendo ‘noi non siamo come loro. Quindi penso che quelle siano parole scelte male, c’è un elemento razziale lì. Ma, come ho detto, sono d’accordo sul fatto che sia necessario ripulire un po’ il linguaggio.”

“Quando avevo 22 anni, non ci pensavo molto. Le emozioni prendevano il sopravvento, dicevo qualunque cosa mi passasse per la testa, dimenticando quante persone, compresi i bambini, mi ascoltavano. Sono d’accordo su questo punto: ascolti alcuni dei piloti più giovani, e loro semplicemente non ci sono ancora arrivati.” ha continuato.

Il rimedio di Lewis

Ha poi consigliato delle punizioni per chi non fosse capace di seguire queste regole: “Forse lo faranno a un certo punto. Sono sicuro che se ci fossero delle penalità, la gente smetterebbe. Non so se sia necessario, ma penso che ce ne sia un po’ troppo. È positivo avere delle emozioni. Non siamo robot. Per me, il modo di gestirle è pensare che ci sono più di 2.000 persone che lavorano per permettermi di essere dove sono.”


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“Ho molti follower di tutte le età. Non si tratta solo di me. Anche se vivo queste esperienze in pista, ciò che faccio e dico ha un impatto su tutte quelle persone che stanno sacrificando del tempo con le loro famiglie, che stanno dando tutto per questa posizione privilegiata e per questa opportunità. Penso che si tratti di capire questo e di incanalare l’aggressività altrove. È quello che cerco di fare.” ha concluso.


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copertina: @GettyImages

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