F1 | Lewis Hamilton, il perfezionista che sfida anche i suoi ingegneri

L’ex ingegnere Vowles svela i retroscena del metodo di lavoro di Lewis Hamilton: talento puro e una sensibilità che rende difficile persino analizzare i suoi dati.

Quando si parla di talento naturale in Formula 1, il nome di Lewis Hamilton è tra i primi a emergere. Ma secondo James Vowles, attuale team principal della Williams ed ex ingegnere Mercedes, il suo stile di guida così raffinato e istintivo può persino complicare il lavoro degli ingegneri.

Un talento fuori dal comune

Hamilton ha sempre avuto un approccio unico alla guida. Secondo Vowles, nelle prime fasi di ogni sessione tende a sperimentare ogni regolazione possibile sul volante, cercando di trovare il limite già nei primi giri.

Hamilton test Bahrain
Credit Scuderia Ferrari

“Lewis aveva semplicemente un talento naturale incredibile. Quando esce per la prima sessione, è come un polipo sul volante: cambia ogni impostazione per esplorarla. Ed è proprio questo che lo rende straordinario”, ha spiegato l’ex ingegnere.

Questo suo istinto gli ha spesso dato un vantaggio rispetto ai suoi compagni di squadra. Un esempio? Durante una simulazione in Brasile, Hamilton capì subito che affrontare una salita in settima marcia non era efficace e tornò in sesta, guadagnando immediatamente tempo, mentre Nico Rosberg continuava a seguire le istruzioni del team.

La continua ricerca della perfezione

Uno degli aspetti che più ha colpito Vowles nel lavoro con Hamilton è la sua capacità di spingersi al limite, imparando velocemente le caratteristiche della pista.

“Non ha problemi a esplorare i limiti. All’inizio in Mercedes spesso usciva alla prima curva, cercando il limite massimo in frenata, e se commetteva un errore interrompeva subito il giro. Questo ci frustrava, perché su 20 giri ne completava solo uno!” ha rivelato.

Col tempo, però, Hamilton ha perfezionato il suo metodo, riuscendo a combinare questa sua attitudine con una maggiore costanza nei giri.

Una sfida anche per gli ingegneri

Questa capacità di adattamento, però, può essere un’arma a doppio taglio per il team. Hamilton modifica così rapidamente il set-up e le regolazioni dell’auto che gli ingegneri faticano a seguirlo.

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“Spesso cambiava così tante cose che ci perdevamo. La pista cambia, l’aderenza cambia, e lui ha modificato tutto sul volante. Quando tornava ai box, avevamo cambiato il bilanciamento aerodinamico e ci sembrava di dover ripartire da zero”, ha raccontato Vowles.

Nonostante ciò, il sette volte campione del mondo riesce a sfruttare questa sua caratteristica per ottenere sempre il massimo. Anche quando un’intera sessione sembra persa per via di regolazioni sbagliate, Hamilton accumula dati e trova il modo di rimettersi in carreggiata più velocemente di chiunque altro.

“Molti piloti non riescono a fare questo. Lewis sì. Sa accettare una sessione complicata, ma sa anche che sta imparando qualcosa. Ed è proprio questo che lo rende così speciale” ha concluso Vowles.

Foto in copertina, Credit: Scuderia Ferrari


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