Settembre 9, 2024
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F1 | L’incredibile rinascita di Niki Lauda dopo l’incidente al Nürburgring

Sono passati 48 anni dal tragico incidente al Nürburgring di Niki Lauda. Ripercorriamo i giorni dalla gara al ritorno in pista attraverso interviste sue e non solo.

Come Niki Lauda è potuto tornare in pista dopo soli 42 giorni dal pauroso incidente durante il GP in Germania, al Nürburgring, dove è stato ad un passo dalla morte? E’ una storia di grande determinazione la sua: non si è lasciato abbattere dalle difficoltà e, soprattutto, dai medici.

F1 Niki Lauda incidente Nurburgring Germania 1976
Niki Lauda
Fonte: formula1.com

Erano le 14:31 del 1° agosto 1976 quando, dopo aver montato le gomme slick nonostante una pista non perfettamente asciutta, la vettura di Niki Lauda è andata in fiamme dopo essersi schiantata al Nürburgring.

E’ stato Arturo Merzario, ex pilota di F1, ad aiutare l’austriaco a dileguarsi dalle fiamme. Niki Lauda non era più cosciente dopo l’impatto. Come ha raccontato Merzario, però, è stato un bene. “Mi buttai tre volte fra le fiamme, Niki si agitava, non riuscivo a tirarlo fuori dall’abitacolo perché era ancora legato con le cinture, poi per fortuna svenne e riuscii a staccare le cinture, a trascinarlo fuori dalla macchina che bruciava”.

Come ha riportato il Corriere della Sera il giorno dopo l’incidente, il pilota è stato trasferito prima in ospedale e poi in una clinica in Germania. Ha riportato gravi ustioni al volto e alle mani, fratture multiple al torace e in altre parti del corpo. Il fattore che più ha messo a rischio la sua vita, però, è stato il fumo inalato.

La rapida ripresa e il ritorno a Monza

I medici dopo 5 giorni dall’incidente hanno dichiarato Niki Lauda fuori pericolo di vita, ma le sue condizioni rimanevano gravi. Con queste premesse sembra impossibile pensare ad un ritorno alle corse. Il pilota viennese, però, con la determinazione che lui stesso ha raccontato ha avviato il percorso di guarigione.

“Ho seguito i consigli dei medici al 200%, perché il 100% non sarebbe bastato. Qualsiasi cosa mi dicevano io facevo il doppio. Ad esempio dovevo far uscire qualcosa dai polmoni, e quel macchinario è stata una brutta esperienza. Anche se mi sentivo distrutto però lo facevo, e appena finivo facevo segno di ricominciare. Sentivo che mi faceva bene ripeterlo”.

Dopo soli 42 giorni dall’incidente, poi, il 12 settembre 1976 il pilota di Vienna è tornato a posizionarsi sulla griglia di partenza per lo spegnimento dei semafori del GP d’Italia. Non è stato semplice per lui convincere i medici di essere nelle condizioni di correre. Lui stesso ha ammesso di aver provato tantissimo dolore in macchina.


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Ma ha anche raccontato: Mi sentivo malissimo, ma dovevo farlo. Il giovedì i medici mi convocarono per dirmi che non erano d’accordo con il mio rientro, mettendomi addosso un sacco di pressione. Gli dissi che ero in forma, ma loro per tre ore mi fecero una marea di controlli. Io volevo solo guidare, da quel momento in poi cercai di evitare chiunque avesse le sembianze di un medico…tutto ciò mi fece commettere l’errore più grande della mia vita“.

Prima di capire a cosa si riferiva Lauda, vediamo le parole di Merzario.Niki non mi ringraziò subito, lo fece solo dopo, nel 2006. C’era troppa rivalità, eravamo davvero nemici-amici”.

La vera ragione per cui il pilota non è stato riconoscente nei confronti dell’italiano, però, è un’altra. Lauda, spiegando quale fosse stato l’errore più grande della sua vita, ha rivelato: Dimenticai di andare da Merzario per ringraziarlo di avermi salvato. Ero molto sotto pressione per risolvere i miei problemi, quindi pensai solo ad infilarmi in macchina e guidare nel miglior modo possibile“.


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Fonte copertina: Eurosport


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