Clima elettrico ad Abu Dhabi nel paddock di F1: al litigio verbale tra Verstappen e Russell si aggiungono Horner e Wolff. E il team principal Mercedes va all’attacco
Sembra il 2021, e invece siamo nel 2024. La rivalità tra Mercedes e Red Bull si è improvvisamente riaccesa dopo il GP del Qatar. Alle scintille verbali tra Verstappen e Russell si sono aggiunte quelle tra Wolff e Horner, che hanno infiammato il paddock alla vigilia del GP di Abu Dhabi di F1.
Oggetto del contendere è la ormai famosa penalità inflitta al pilota olandese della Red Bull, che in Qatar aveva perso la pole position conquistata in pista dopo un reclamo del britannico della Mercedes. Super Max non l’aveva presa bene e lo ha ribadito nella conferenza stampa di oggi. Al loro diverbio si sono aggiunte le voci dei team principal delle due squadre.
Horner ha descritto “isterico” il comportamento di Russell in Qatar, affermazione che non è piaciuta per niente a Wolff.
La risposta di Toto Wolff
Toto Wolff si è presentato in conferenza stampa e ha espresso la sua opinione su quanto accaduto.
“Si tratta di una cosa tra Max e George e non voglio essere incluso nel discorso. Ma se l’altro team principal definisce George ‘isterico’, allora ha superato decisamente il limite secondo me. Non è un intellettuale che si occupa di psicoanalisi. Come si permette di commentare lo stato mentale di un mio pilota? Perché si sente in diritto di commentare il mio pilota? Se ci si pensa, è un piccolo terrier che parla, ha sempre qualcosa da dire”.
Il numero uno del muretto Mercedes ha poi concluso: “Come team principal, è importante essere uno sparring partner per i propri piloti. Questo significa spiegare che le cose possono essere più sfumate. Affermazioni assolutistiche, che considerano tutto giusto o sbagliato al 100%, sono qualcosa che penso sia necessario spiegare. Bisogna permettere che qualcosa sia 51-49, o 70-30, perché c’è sempre un altro lato. Devi spiegarlo ai tuoi piloti e alla tua squadra e arrivare alla conclusione che c’è una verità da entrambe le parti. Se non lo fai, non sei all’altezza del tuo ruolo. È solo una debolezza”.
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