La Scuderia di Maranello è ormai a secco di risultati da anni. John Elkann ci fornisce la sua prospettiva su questo digiuno prolungato.
Intervistato a Las Vegas da BBC Sport, John Elkann, presidente della Scuderia Ferrari dal 2018, ci parla dei progressi della scuderia italiana da quando Frederic Vasseur è subentrato a Mattia Binotto. Si sofferma, però, anche su considerazioni del passato recentissimo della “rossa” e soprattutto sull’aspetto più evidente: la mancanza di titoli in casa Ferrari da ben quindici anni.
Mancanza di titoli in Ferrari: le parole di Elkann
“Ci sono sempre diverse ragioni traducibili in questo modo: ogni aspetto conta. Abbiamo avuto una stagione terribile nel 2020 e una delle cose che mi ha sorpreso è che i nostri pit stop erano peggiori della posizione in classifica. Quello era un indicatore della mentalità perché alla fine, per vincere, bisogna essere impeccabili. È vero che se la macchina non è competitiva il resto non è sufficiente per vincere, ma se non c’è quella mentalità allora diventa ancora più difficile”.
Elkann parla di come, da allora, la squadra ha lavorato molto sul miglioramento dei pit stop: “nel 2022, l’80% erano sotto i tre secondi, mentre quest’anno siamo arrivati addirittura all’88%. La Ferrari è seconda nei pit stop dopo la Red Bull e abbiamo il secondo pit stop più veloce dell’anno in 1.93 secondi guadagnato in Qatar con Leclerc, più lento solo del pit stop di McLaren in 1.80 secondi nella stessa gara. Questo dimostra come la concentrazione e le intenzioni siano un importante requisito per essere competitivi e tradurre il tutto in risultati”.
Elkann descrive anche l’importanza di conferire un approccio più internazionale all’interno del team. In questo senso, Frederic Vasseur è il primo Team Principal Ferrari non italiano dai tempi di Jean Todt: “bisogna avere la miglior squadra possibile, il che vuol dire anche accogliere uomini e donne di diverse nazionalità. La nostra identità è chiaramente italiana e l’ossatura della nostra organizzazione è italiana. Ma questa è solo la base a partire dalla quale si può completare la squadra con talenti da ogni parte del mondo“.