Dopo aver dominato per tutta la stagione con 15 vittorie consecutive, a Singapore la Red Bull cede il passo a un arrembante Ferrari, che con Carlos Sainz spezza un ciclo vincente che sembrava non avere fine. Ecco delle possibili motivazioni.
È stata la Ferrari di Carlos Sainz Jr. in quel di Singapore a porre fine al dominio incontrastato di Red Bull. Sotto le luci del tracciato di Marina Bay il pilota spagnolo, dopo una superba strategia di difesa, porta alla Ferrari il primo successo stagionale e il secondo della sua carriera. La scuderia di Maranello si è dimostrata addirittura prima forza a Singapore. Ma che fine ha fatto la Red Bull?
La scuderia di Milton Keynes ha dimostrato di non essere del tutto preparata fin dalle prove del venerdì, con un passo gara decisamente sottotono e tempi sul giro mai all’altezza delle scuderie avversarie. Sia Sergio Perez che Max Verstappen non sono riusciti ad arrivare alla terza sessione di qualifiche, con il pilota olandese eliminato addirittura dall’esordiente Liam Lawson per una manciata di millesimi.
In gara Verstappen ha fatto quello che poteva, risalendo la china fino alla quinta posizione, grazie anche al ritiro di George Russell, avvenuto all’ultimo giro in seguito ad un contatto con il muro, e al guasto di Esteban Ocon.
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Insomma un weekend da dimenticare per la Red Bull, che comunque non impedirà alla scuderia capitanata da Christian Horner di portare a casa l’ormai certo sesto titolo costruttori nonché il terzo mondiale piloti per Verstappen. Ma cosa non ha funzionato alla scuderia di Milton Keynes? Perché la Red Bull non ha vinto anche a Singapore?
Colpa della TD018?
Dal GP di Singapore la FIA ha introdotto la TD018, che va a chiarire una zona grigia del regolamento. In breve, secondo la nuova direttiva tecnica: “Tutti i componenti aerodinamici o la carrozzeria, che influenzano le prestazioni aerodinamiche della vettura, devono essere fissati rigidamente e risultare immobili rispetto al loro quadro di riferimento, utilizzando una struttura uniforme, solida in ogni circostanza”.
All’atto pratico, secondo il team principal Christian Horner, la causa della prestazione insufficiente di Red Bull non è da ricercarsi nella nuova normativa. “La macchina che abbiamo qui per le qualifiche è essenzialmente identica a quella che avevamo due settimane fa a Monza e una settimana prima a Zandvoort. Questo non ha nulla a che fare con la direttiva tecnica, non è cambiato nulla sulla vettura. […] quindi si tratta di un assetto già collaudato”
Setup della RB19 errato?
Alla vigilia del Gran Premio, sia i piloti Red Bull che Horner e Marko non erano sicuri di poter dominare la scena anche sul tracciato di Marina May. È anche vero che l’intera scuderia non si aspettava nemmeno una prestazione così mediocre, da essere addirittura terza o quarta forza in pista.
La Red Bull ha provato fin da subito diversi setup, ma nessuno tra questi ha dato i frutti sperati. Lo stesso Max Verstappen ha accusato diversi problemi, affermando di non riuscire a tenere l’auto in pista. “Penso che le simulazioni alla vigilia del week end non ci abbiano guidati alla giusta conclusione e a quel punto ti trovi a doverti districare in qualche modo” spiega Horner.
Pacchetto aggiornamenti non adeguato?
La Red Bull è arrivata al GP di Singapore con un aggiornamento al fondo della vettura. Gli aggiornamenti proposti alla RB19 spesso hanno sempre avuto esito positivo in gara ma, questa volta, forse, non sono stati raggiunti gli obiettivi che gli ingegneri Red Bull si aspettavano. “Abbiamo provato un nuovo componente aerodinamico venerdì e poi siamo tornati indietro“ ha affermato Horner.
Anche per quanto riguarda la gestione delle gomme, uno dei grandi punti di forza della RB19, sia Sergio Perez che Max Verstappen hanno faticato parecchio, con una vettura apparsa competitiva soltanto nell’ultima parte di gara grazie alla gomma media nuova, che ha dato alla Red Bull un certo vantaggio sugli avversari con gomma dura usata.
Suzuka per confermare le gerarchie
Domenica prossima si terrà il gran premio del Giappone, sul tracciato storico di Suzuka. Il prossimo GP sarà importante per Red Bull per ristabilire il proprio dominio dimostrando che il passo falso di Marina Bay è stato solo un caso isolato. Sarà anche un weekend di conferme per scuderie come la Ferrari la quale, dopo la vittoria sul tracciato di Marina Bay, appare fiduciosa di poter risalire la china e raggiungere il secondo posto nel campionato costruttori.
In un tracciato storico come quello di Suzuka, dove Verstappen festeggiava il suo secondo titolo un anno fa, molte scuderie saranno chiamate a superare un esame importante, che potrebbe mescolare le carte e stabilire forse un nuovo ordine gerarchico. D’altronde, se c’è una cosa che abbiamo imparato nel corso di questa stagione, è possibile scalare la classifica con le giuste modifiche alla vettura.
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Immagine copertina: ©PlanetF1