Vasseur non è d’accordo con le dichiarazioni di Toto Wolff, secondo cui la Red Bull è l’unica F1 tra tante F2: “Anche la Mercedes è stata dominante, concentriamoci su altro”.
Frédéric Vasseur risponde a Toto Wolff, secondo il quale “la Red Bull è l’unica F1 fra tante F2“. Il team principal della Ferrari non crede “abbia senso” fare queste supposizioni, sostenendo che il punto cruciale sia concentrarsi sul chiudere il gap.
“La cosa più importante è concentrarsi su sé stessi e minimizzare gli errori – spiega Vasseur – Bisogna fare un buon lavoro e tirar fuori il meglio da ciò che si ha, poi si vedranno i risultati. La Red Bull è davanti ma il feeling credo sia lo stesso che si ebbe con Mercedes, qualche anno fa“.
Il GP d’Ungheria ha rimesso le cose in chiaro, se ce ne fosse stato bisogno: dopo Silverstone, in cui sembrava quasi essersi ridotto il gap fra Red Bull e il resto del gruppo, all’Hungaroring Verstappen è stato imprendibile. L’olandese si è preso una vittoria schiacciate, relegando le Mercedes in quarta e sesta posizione, e le Ferrari in settima e ottava.
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Portare aggiornamenti non basta
Secondo Frédéric Vasseur, sviluppare la vettura non basta e, in presenza di un gap troppo marcato, recuperare terreno è quasi impossibile: “Anche Red Bull sta portando aggiornamenti su aggiornamenti – racconta il tecnico francese – Tutti stanno migliorando ma, con il regolamento attuale e il tetto alle spese, la verità è che si migliora molto meno del passato“.
“Questo significa che, se c’è un gap e questo gap è molto marcato, recuperare è difficile – continua Vasseur – Bisogna lavorare su sé stessi in tutte le direzioni possibili. Stiamo dando tutto quel che abbiamo per fare un buon lavoro, ma bisogna anche darsi il tempo di capire gli aggiornamenti che portiamo. Abbiamo portato un grande pacchetto per Barcellona, ad esempio, ma la prestazione l’abbiamo trovata solo il weekend successivo“.
“La verità è che continuiamo a fare troppi errori – conclude il team principal Ferrari – Ogni lunedì, da 35 anni, studio gli errori fatti nel weekend. A volte sono tanti, a volte sono pochi, ma ci sono e sono troppi. Sono sicuro che, se si chiedesse la stessa cosa a Toto Wolff, sarebbe d’accordo con me“.
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