Dopo le voci del rientro di Kyalami, la F1 cambia idea per il suo ritorno in Africa: il Ruanda punta ad ospitare un Gran Premio e incontrerà Domenicali a fine settembre.
L’espansione del calendario di Formula 1 non accenna ad arrestarsi, con nuovi Paesi interessati che emergono di continuo e alcuni mercati molto promettenti da sfruttare. F1 e Liberty Media hanno parlato più volte di un possibile ritorno dello sport nel Continente Nero, dove manca dal 1993. Dopo mesi di speculazioni su un ritorno del fantastico circuito di Kyalami, ammodernato da poco, Stefano Domenicali ha aperto alla possibilità di un Gran Premio totalmente inedito. L’indiziato numero uno per un nuovo Gran Premio di F1 in Africa è il Ruanda.
Come mai un Gran Premio in Ruanda?
Nel corso di una lunga intervista concessa a motorsport.com, Domenicali ha spiegato che, fra i tanti Paesi dell’Africa interessati, il Ruanda è quello con la proposta più “seria”. “Hanno presentato un buon piano, tanto che abbiamo fissato un meeting con loro a fine settembre”, ha spiegato il CEO della F1. Ha poi specificato che si tratterà di un circuito permanente, il che rende bene l’idea dell’investimento che il Paese dell’Africa orientale punta a fare.
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Proprio la situazione economica del Paese, sicuramente non il più ricco e benestante del Continente, potrebbe far storcere il naso ad un osservatore esterno. In realtà, nonostante non possa competere con “giganti” come Sudafrica e Nigeria, il Ruanda intrattiene floride relazioni economiche con molti governi occidentali e sta provando ad intesserle anche con la FIA stessa. Non a caso, la sua annuale cerimonia di premiazione si terrà proprio nella capitale Kigali, e i membri del Board di Sviluppo del Paese sono stati presenti al Gran Premio di Monaco.
Il suo presidente, Paul Kagame, è inoltre un grande appassionato di sport, tanto che dal 2018 il Paese ha un controverso contratto di sponsorizzazione con l’Arsenal, in Premier League. L’accordo, che prevede che sulle maniche della divisa del team vi sia la dicitura “Visit Rwanda”, ha un valore di circa 35 milioni di euro e dimostra quanto il suo Governo punti sullo sport per promuoversi. D’altronde, è uno Stato “giovane”, che sta ancora cercando di risollevarsi dopo il genocidio del 1992.
Le altre prospettive sul calendario
Domenicali ha concluso l’argomento Africa spiegando che “quella zona del Mondo ha sicuramente altre priorità, quindi vogliamo assicurarci di essere ben accolti”, prima di lasciarsi andare ad alcune riflessioni più generali sul calendario. “Fino al 2020 pochi Paesi volevano ospitare la F1, ora invece possiamo far sì che chi vuole partecipare si impegni ad offrire la migliore esperienza possibile ai fan”, ha spiegato con orgoglio.
Per quanto riguarda possibili espansioni future, la F1 per il momento sembra voler mettere un freno: “Attualmente abbiamo 24 gare, è un numero che pensiamo di mantenere stabile valutando quali gare meritano di rientrarci. Non ci saranno grandi cambiamenti a breve termine, ma inizieremo presto a pensare al triennio 2026 – 2028”. Infine, ha rivelato un altro incontro all’orizzonte: “Dopo il GP di Singapore sarò a Bangkok. Inizialmente avevano proposto un circuito cittadino, ma ci sono tante opzioni diverse”. Dopo la MotoGP, quindi, la Thailandia vuole fortemente anche la F1.
Immagine di copertina: Rwanda Development Board on X
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