Dopo la pausa il circus della F1 sbarca ad Austin per il GP degli USA: vediamo insieme le caratteristiche del circuito con una breve analisi
Dopo il GP di Singapore corso più di un mese fa, la F1 sbarca negli Stati Uniti per il diciannovesimo appuntamento della stagione che si disputerà sui sali-scendi del circuito texano di Austin: di seguito l’analisi del circuito.

Il circuito
Il circuito di Austin misura 5.513 metri, per un totale di 20 curve (9 a destra e 11 a sinistra) di diverso raggio, lunghezza e velocità di percorrenza. Si alternano curvoni veloci, forti frenate e curve a gomito da affrontare a bassa velocità. I piloti dovranno percorrere 56 giri prima di passare sotto la bandiera a scacchi.
Le caratteristiche che rendono il COTA un circuito veramente unico, sono i suoi continui cambi di dislivello. Il rettilineo principale ne presenta uno di ben 22 metri che inizia dalla griglia di partenza e termina con la prima curva secca a sinistra, zona di molti sorpassi e contatti.
Dalla vetta di curva 1, ci si lancia in picchiata verso curva 2. Da qui inizia una lunga serie di chicane da affrontare ad altissima velocità che ricorda molto il tratto Maggots, Becketts di Silverstone. Dopo un lunghissimo rettilineo che termina con una forte staccata, nella parte conclusiva è richiesta trazione e ricorda la zona del Motodrome di Hockenheim.
Leggi anche: F1 | Gunther Steiner critica duramente Lance Stroll: “È semplicemente inesistente”…
Le sconnessioni del circuito
Oltre ai continui dislivelli, un’altra caratteristica del circuito statunitense è rappresentata dai bump. L’asfalto è infatti molto sconnesso e offre un livello di grip molto basso. Lo scorso anno, proprio a causa di queste sconnessioni, Hamilton e Leclerc furono squalificati dal GP a causa dell’eccessiva usura del Plank. Tuttavia, per questa edizione i piloti troveranno un asfalto completamente nuovo.
Componenti meccaniche e carburante
Il consumo del carburante durante il GP degli Stati Uniti, in condizioni di pista asciutta, è un dato da tenere in considerazione. L’utilizzo si aggira a circa 1,69/kg al giro. Da un punto vista meccanico, se il circuito di Austin non è severo per l’impianto frenante, la situazione è ben diversa se si guarda la Power Unit.
Si sta con l’acceleratore completamente schiacciato per oltre il 62% del giro. Il tratto più lungo è quello che collega curva 11 alla 12: 1100 metri di rettilineo, circa 16 secondi. In questo tratto, come nel rettilineo principale, sarà molto importante anche l’efficacia del DRS.
Riguardo il cambio, il Circuit of America non è tra i più severi. Le cambiate totali durante un Gran Premio si aggirano sulle 3200.

Configurazione aereodinamica
Il carico aereodinamico richiesto dal tracciato è medio. Bisogna trovare il giusto compromesso tra velocità, trazione e carico. La velocità è fondamentale per non perdere troppo tempo nei due lunghi rettilinei, utile sia per difendersi che per sferrare attacchi. La trazione è molto importante nella zona che va da curva 12 alla 16.
Il carico, è invece l’elemento indispensabile per affrontare nel modo migliore la zona cruciale del COTA, ovvero tutto il primo settore che parte da curva 2 e termina a curva 9. E’ proprio qui che si fa il tempo. E’ qui che si vede la differenza tra le vetture che soffrono e quelle ben bilanciate.
Albo d’oro
La prima edizione del GP degli Stati Uniti disputato sul circuito di Austin risale al 2012. Il leader della classifica dei vincitori è Lewis Hamilton. L’inglese ha trionfato in cinque delle undici edizioni del GP, sia con McLaren che con Mercedes. Segue Max Verstappen con tre vittorie consecutive dal 2021.
Tra gli altri vincitori troviamo Sebastian Vettel su Red Bull (2013), Valtteri Bottas (2019) e Kimi Raikkonen, che nel 2018 porta a casa la sua ultima vittoria in F1, e l’unica della Ferrari sul circuito delle Americhe.
*Foto in copertina, credits: circuitoftheamericas.com
Seguici sui social: Telegram – TikTok – Instagram – Facebook – Twitter