La Formula 1 potrebbe riscoprire il rombo leggendario dei motori V10, grazie all’uso di carburanti sostenibili.
A partire dal 2026, la Formula 1 compirà un passo storico verso la sostenibilità, adottando un carburante 100% ecologico. Questa iniziativa fa parte di un progetto più ampio che mira a raggiungere l’obiettivo di emissioni zero entro il 2030.
Nonostante questa svolta, le monoposto continueranno a montare i classici motori V6 turbo-ibridi da 1,6 litri. La vera novità sarà l’evoluzione della componente elettrica, con una potenza triplicata rispetto agli standard attuali. Questo porterà a un bilanciamento quasi perfetto tra la potenza prodotta dal motore termico e quella fornita dal sistema MGU-K, ormai destinato a diventare il cuore pulsante della nuova generazione di vetture.
Nuovi protagonisti in pista: Audi e Cadillac pronte al debutto
L’aumento dell’efficienza elettrica ha già attirato l’attenzione di nuovi potenziali protagonisti. Audi e Cadillac sono pronte a scendere in pista nei prossimi anni, segno di come la transizione sostenibile stia attirando giganti dell’industria automobilistica.
Intanto, mentre la Honda ha deciso di tornare sui propri passi e rimanere nel circus, Renault ha annunciato che non proseguirà come costruttore ufficiale in F1. Tuttavia, la vera novità potrebbe arrivare con l’introduzione dei carburanti sintetici a basse emissioni, che ha riacceso le speranze di rivedere i leggendari motori V10, celebri per il loro rombo inconfondibile.
Il possibile ritorno dei V10: nostalgia o innovazione?

Tra i sostenitori di un ritorno ai gloriosi V10 spicca Ben Sulayem, presidente della FIA, che si è detto favorevole a una possibile reintroduzione di questi motori, utilizzati per l’ultima volta da tutta la griglia nel 2005.
Sulayem ha espresso il suo pensiero attraverso un post su Instagram: “Il lancio della F1 di questa settimana a Londra ha innescato molte discussioni positive sul futuro di questo sport. Mentre attendiamo con ansia l’introduzione delle normative del 2026 su telaio e power unit, dobbiamo anche essere all’avanguardia per quanto riguarda le future tendenze tecnologiche nel motorsport.”
L’obiettivo, secondo Sulayem, è quello di sostenere i team e contenere i costi di ricerca e sviluppo, favorendo soluzioni più accessibili dal punto di vista economico.
Il sostegno di Domenicali: un ritorno alle origini con un occhio al futuro
Anche il presidente della Formula 1, Stefano Domenicali, ha mostrato interesse verso un ritorno ai motori più semplici e rumorosi, a patto che siano alimentati con carburanti sostenibili. Come dichiarato in un’intervista a Autosport: “Se il carburante sostenibile sta facendo il suo lavoro per raggiungere zero emissioni e stiamo affrontando il tema della sostenibilità nel modo giusto, forse non abbiamo più bisogno di essere così complicati o così costosi in termini di sviluppo del motore. Quindi potremmo pensare di tornare a motori molto più leggeri e magari con un bel suono.”
Tuttavia, nonostante il fascino nostalgico dell’idea, resta da capire se i costruttori attuali saranno disposti ad abbandonare le avanzate tecnologie ibride.
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Gli ostacoli della transizione: tra costi e innovazione
Non tutti, però, sono convinti che abbandonare le ibride sia la scelta giusta. Paddy Lowe, fondatore di Zero Petroleum e sostenitore dei carburanti sintetici, ha espresso le sue perplessità nel podcast James Allen on F1: “In realtà, ho visto quell’idea per molto tempo, e c’è un elemento di quella [visione] nella formazione della nostra azienda Zero. La Formula 1 oggi è una formula ibrida, che in realtà è un’ottima soluzione per l’automotive mainstream, penso.”
Gli e-fuel rappresentano ancora una tecnologia costosa e meno efficiente rispetto ai sistemi ibridi attuali, e al momento non sembrano esserci segnali concreti di un cambio di rotta da parte dei principali costruttori.
Foto in copertina, Credit: Scuderia Ferrari
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