Newey, dopo aver vinto di nuovo il titolo costruttori con Red Bull, ha rivelato di aver preso in considerazione l’addio al mondo dei motori dopo la morte di Senna
Una delle cose che rimarrà impressa del campionato di F1 del 2023 è sicuramente la completa armonia di Max Verstappen con la sua Red Bull. Infatti, se si fa attenzione, si nota come la RB-19 è stata progettata in modo da renderla praticamente perfetta. Il merito? Sicuramente del capo ingegneri della Red Bull, Adrian Newey che, quasi per uno scherzo del destino, fu lo stesso a progettare quella Williams su cui Ayrton Senna perse la vita.
Era il 1 maggio del 1994 quando a Imola si spense uno dei più grandi piloti della Formula 1. Senna quel giorno guidava la Williams FW-16, progettata da Newey, da subito dimostratasi molto difficile da guidare. Oggi, dopo aver costruito l’ennesima monoposto quasi perfetta, il rammarico del capo degli ingegneri di Red Bull ritorna a farsi vivo.

“La vettura del ’94 è uno dei miei più grandi rimpianti. A prescindere dall’incidente di quella maledetta domenica di Imola, la vettura era davvero molto instabile, molto difficile da guidare. Ma un regolamento ci aveva imposto di agire sull’aerodinamica della monoposto, andando a ledere la stabilità della FW-16” dichiara Newey durante un’intervista.
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“Ayrton, nonostante i problemi oggettivi, aveva fatto in modo di instaurare una fiducia con la sua vettura. Per questo era straordinario. Ma quella domenica di Imola tutto questo non è bastato e tutti conosciamo l’epilogo drammatico di quel giorno” continua il direttore tecnico della scuderia austriaca.
“Mentirei se dicessi che dopo quel giorno non ho pensato di abbandonare il mondo delle corse. Non è semplice continuare a lavorare dopo aver assistito a un incidente di quella entità. Ma non potevo lasciare la Williams a metà stagione, quindi ho proseguito con il mio lavoro. Continuare a vivere in questo mondo era l’unico modo per fare in modo che quello che era successo non ricapitasse mai più” ha poi concluso Newey.
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