Febbraio 14, 2025
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F1 | Analisi Tecnica – Carico aerodinamico e tipologie di tracciato: ecco tutti i segreti

Cosa si intende per carico aerodinamico e come si distinguono le diverse tipologie di tracciato? Lo vediamo assieme in questa analisi.

Più volte nel corso delle nostre analisi abbiamo parlato di “carico aerodinamico”, “circuiti da alto carico” e “circuiti da basso carico”. Ma cosa indicano queste espressioni? Com’ è possibile distinguere le diverse tipologie di tracciato? Lo vediamo in questo articolo con l’aiuto delle nostre grafiche.

Confronto tra circuiti da alto carico e basso carico – Credits: Pirelli – Edit: PaddockNews

Partiamo dalla basi: il carico aerodinamico

La stagione di F1 2024 di certo non ha lasciato a bocca asciutta gli appassionati del motorsport. Tanto lo spettacolo in pista, diversi i piloti in lotta per la vittoria. Complice di questo, senza dubbio, il fatto che nel corso della stagione alcune vetture si siano adattate meglio di altre a specifici tracciati. Questo, a volte, ha portato le monoposto a mostrare comportamenti completamente differenti passando da un GP all’altro.

Ma a cosa è dovuto questo? In sostanza, i fattori coinvolti sono due. Da un lato c’è l’abilità delle monoposto nel “digerire” date caratteristiche del tracciato. Dall’altro, appunto, ci sono i tracciati.


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Iniziamo dalle vetture. Queste, sulla carta, dovrebbero essere in grado di performare al meglio su ogni tipologia di tracciato. Tuttavia non è semplice. Per tale ragione, nel corso della stagione, si sceglie di intervenire sulle vetture con degli aggiornamenti. L’ obiettivo? Trovare il giusto compromesso, per quel dato tracciato, tra deportanza (anche nota come “downforce” o “carico aerodimanico”) e resistenza all’avanzamento (anche nota come “drag”). Bisogna, dunque, comprendere la differenza tra deportanza e drag. A questo proposito, l’immagine di seguito posta mostra come agiscono le due forze. Si osserva che il carico è generato, nelle attuali vetture, principalmente dal fondo. Si aggiunge poi a questo il carico ottenuto dalle ali e dall’intero corpo vettura.

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Carico aerodinamico e drag – Credits: Davide Allegretti per PaddockNews24

Con il termine deportanza si indica quella forza dovuta al flusso d’aria che investe la vettura e la spinge verso il basso facendola restare incollata al suolo. Maggiore deportanza si traduce in maggiore aderenza, e dunque, in una maggiore velocità in curva. Tuttavia, ad un aumento di deportanza corrisponde un aumento della resistenza all’avanzamento che, a sua volta, si traduce in una riduzione della velocità di punta. Di conseguenza sarà richiesta maggiore potenza alla power unit. Sulla base di questi concetti si distinguono i diversi tracciati in “circuiti da alto carico” e “circuiti da basso carico”.

Circuiti da alto carico: ecco come riconoscerli

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Scheda tracciato GP Monaco – Credits: Pirelli

Con l’espressione “circuito di alto carico” si è soliti indicare quei tracciati in cui l’incidenza delle curve è maggiore di quella dei rettilinei (elevato numero di curve e un ridotto numero di rettilinei). In tal caso la deportanza della vettura è più importante della potenza del motore. Per tale ragione diremo, quindi, che nei circuiti di alto carico gran parte delle prestazioni di una vettura derivano dalla deportanza che genera piuttosto che dalla potenza del suo motore. Non è corretto affermare però che la potenza non influenzi la prestazione. Difatti, una maggiore potenza permette di scegliere setup più carichi e di ottenere, quindi, prestazioni ottimali. Su queste piste le squadre utilizzano delle ali posteriori con angoli di incidenza maggiori per ottenere maggiore deportanza aderenza in curva. Sono esempi comuni di circuiti di alto carico quelli di Monaco, Singapore, Messico, Ungheria e Brasile.


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Circuiti da basso carico: ecco come riconoscerli

circuiti basso carico
Scheda tracciato GP Monza – Credits: Pirelli

Con l’espressione “circuito di basso carico” o “circuito di potenza” si è soliti indicare quei tracciati in cui l’incidenza dei rettilinei è maggiore di quella delle curve (lunghi rettilinei e curve corte e lente). In tal caso la potenza erogata dal motore è più importante della deportanza. Diremo, dunque, per questi tracciati che gran parte della prestazione deriva dalla potenza del motore piuttosto che dalla deportanza. È sbagliato, tuttavia, affermare che sui circuiti di basso carico non sia richiesta downforce. Il circuito di potenza per eccellenza è rappresentato da Monza. Si stima che qui Il 75% del giro viene percorso a farfalla aperta. Per la tappa di casa, infatti, i team portano un pacchetto vettura estremo che non verrà più usato nel corso della stagione. In questo caso le ali posteriori hanno angoli di incidenza minimi per ottenere maggiore velocità di punta e minore resistenza. Sono esempi comuni di circuiti di basso carico quelli di Miami, Azerbaijan, Canada e Belgio.

Stesso tracciato, diverse tipologie: è possibile

Si, è possibile. All’interno dello stesso tracciato è possibile riconoscere settori di alto carico e settori di basso carico. Ne sono un esempio Silverstone, Spa e Austin. Le analisi dei microsettori, infatti, hanno evidenziato come le vetture si trovassero a loro agio in date sezioni del tracciato, piuttosto che in altre. La McLaren, ad esempio, è parsa nel complesso più competitiva delle altre nei settori di alto carico. Per tale ragione il setup della vettura viene definito dal giusto compromesso tra deportanza e velocità di punta. A questi si aggiungono, ovviamente, altri fattori specifici di ogni tracciato come la track evolution, il grip e labrasione dell’asfalto.

Per concludere, vi proponiamo di seguito uno schema riassuntivo dei circuiti della stagione F1 2024 con i livelli di deportanza (dati Pirelli).

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Deportanza circuiti F1 2024 – Credits: Davide Allegretti per PaddockNews

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Crediti di copertina: Davide Allegretti per PaddockNews24

 

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