Novembre 10, 2024
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F1 | Bearman: “Sono andato in panico in Arabia Saudita quando mi ha chiamato Vasseur”

Oliver Bearman è tornato a parlare del suo debutto in Arabia Saudita raccontando il retroscena della chiamata ricevuta da Vasseur.

Oliver Bearman al secondo weekend stagionale, in Arabia Saudita, ha corso per la prima volta un GP di F1, e l’ha fatto con la Ferrari: lui stesso ha raccontato le sue sensazioni con l’arrivo della telefonata da parte di Fred Vasseur.

F1 GP Arabia Saudita Bearman Ferrari Vasseur
Bearman e l’abbraccio al padre a fine gara
Fonte: Scuderia Ferrari

Se la stagione di F2 di Ollie Bearman non sta andando in modo eccellente, non si può dire lo stesso del suo debutto in F1. Il pilota PREMA aveva appena concluso le qualifiche della categoria minore, dove aveva conquistato la pole position.

Carlos Sainz, nel frattempo, aveva iniziato il weekend con un giorno di ritardo. Ha infatti saltato il giovedì poiché non stava bene. Le sue condizioni non sono migliorate, ma venerdì ha deciso di scendere comunque in pista per quelle che ha definito le sessioni più complicate della sua vita.

La diagnosi di un’appendicite gli ha impedito di proseguire il fine settimana, così la Ferrari ha dovuto chiamare un sostituto. E’ stato proprio Ollie Bearman il prescelto, dunque andiamo a sentire le sue parole su quel momento.


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“Sapevo che Carlos non si sentiva benissimo, ma ho continuato a concentrarmi sulla Formula 2 e a guardare le sessioni di libere come farei normalmente”. Il futuro pilota Haas ha proseguito: “Era il giorno delle qualifiche, ero seduto con Chris e il resto del mio piccolo team personale. Ho visto la chiamata sul telefono di Chris da parte di Fred Vasseur, e di solito quando chiama durante un weekend di gara non è per buone notizie“.

Ollie Bearman ha così ricevuto la notizia, e ha continuato il racconto: Sono andato un po’ nel panico e mi stava dicendo di calmarmi e di andare in pista. Penso che lui potesse percepire il panico nella mia voce e quanto fossi impazzito”.

Il Paddock della F1 e quello della F2 sono differenti, dunque si sono avviati verso l’hospitality della Ferrari mentre ancora nessuno sapeva della notizia.

I timori per la gara e il risultato finale

Come ha raccontato Ollie Bearman, guidare una F1 non è così un gioco da ragazzi, soprattutto se hai una sola sessione di libere a disposizione prima delle qualifiche e della gara. Il britannico ha spiegato che la sua difficoltà era l’uso della frizione. “La mia distribuzione sul pedale della frizione era tra il 20 e il 60%. Al 60% si ottiene una partenza lenta e al 20% si entra in anti-stallo. Speravo solo di riuscire a far partire la vettura, che non era scontato”.

Bearman ha proseguito sottolineando come la partenza sia stato il momento di tensione maggiore, ma dopo che è riuscito a partire insieme agli avversari ha potuto tirare un sospiro di sollievo. Per quanto riguarda il finale, invece, una settima posizione non è bastata a rendere pienamente soddisfatto il pilota esordiente.

“Il mio compagno di squadra era sul podio e sapevo che la macchina era buona per molto di più. Ma poi ho visto mio padre, ho visto l’emozione nei suoi occhi. Questo è stato un viaggio che abbiamo fatto insieme fin dall’inizio. A quel punto ho capito davvero l’importanza della situazione”.


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Fonte copertina: ferrari.com


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