La FIA è alle prese con richieste di cambiamento del budget cap e, nel frattempo, indaga sulla situazione di alcuni team.
Si va verso la pausa estiva e puntualmente si comincia a parlare di budget cap, con la FIA che ha cominciato a mettere mano alle documentazioni relative alla scorsa stagione. Ricordiamo che quest’ultimo è stato introdotto a partire dal 2021 per diminuire le spese delle scuderie di punta e livellare sempre di più le prestazioni.
A giovare di questo scenario sarebbero dovuti essere i cosiddetti “team minori” che, anno dopo anno, avrebbero dovuto ridurre il gap da quelli di testa. Nemmeno il tanto atteso cambio regolamentare del 2022 ha saputo accelerare il processo, tanto che ora le scuderie di media-bassa classifica hanno chiesto alla Federazione di apportare delle modifiche.
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Williams e Alfa Romeo non ci stanno e alzano la voce
Nello specifico i due team, nelle figure di James Vowles e Alessandro Alunni Bravi, hanno voluto sottolineare questo aspetto. “I numeri di cui stiamo parlando non sono 10 o 20 milioni, ma centinaia per raggiungere un determinato livello di investimento. – ha dichiarato l’ex stratega Mercedes – Quello che stiamo cercando al momento è la capacità di avere le stesse possibilità e infrastrutture dei nostri avversari“.
È del medesimo avviso il Team Principal di Alfa Romeo che, intervistato da Mundo Deportivo, ha evidenziato come vadano apportate modifiche se si aspira ad avere una Formula 1 più competitiva. “Se vogliamo davvero creare un’opportunità per tutti di puntare almeno al podio, dobbiamo porre fine a questa differenza strutturale”, ha detto.
L’italiano sostiene che la forbice di prestazione venutasi a creare non è più frutto solamente del tetto di spesa: “La differenza importante non è più il budget su cui può contare ogni squadra, ma è l’infrastruttura. I migliori team hanno investito senza limiti negli ultimi 20 anni in modo tale che la loro tecnologia e le loro strutture all’avanguardia non siano paragonabili al resto delle squadre”.
Budget cap 2022: la FIA esige chiarimenti da quattro squadre
Ferrari, Mercedes, Red Bull e Aston Martin sono finite nel mirino della Federazione che ora pretende chiarimenti riguardo le “non-F1 activities“, ossia le varie attività che non hanno in alcun modo a che fare con la progettazione, la costruzione e lo sviluppo della monoposto.
In seguito al caso Red Bull riguardo le spese eccessive effettuate nel 2021, il regolamento era già stato rivisto lo scorso mese di aprile. In quell’occasione in questa cerchia furono inclusi gli stipendi dei piloti, i costi di viaggio, le spese di marketing, le spese legali e altro.
Va inoltre sottolineato che per Red Bull e Aston Martin questa situazione rappresenterebbe una complicanza ulteriore, dato che furono già sanzionate lo scorso anno. Il team di Mitlon Keynes venne multato con 7 milioni di dollari e una decurtazione del 10% del tempo in galleria del vento. Quello capeggiato da Lawrence Stroll, invece, se la cavò “solamente” con 450mila dollari per via di una violazione procedurale.
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