Girano voci secondo cui un grande della F1 avrebbe messo in moto il caso della famiglia Wolff.
Girano voci secondo cui un grande della F1 avrebbe messo in moto il caso della famiglia Wolff.
Tutto è partito ad inizio settimana, quando la FIA ha pubblicato un comunicato attraverso il quale affermava l’intenzione di indagare sui coniugi Wolff. Questo perché il magazine F1 Business aveva pubblicato un articolo in cui si affermava che marito e moglie fossero a conoscenza di informazioni private. L’austriaco, durante una riunione con i team principal, si sarebbe fatto scappare una notizia mai giunta da alcuna fonte ufficiale.
In seguito al comunicato FIA, gli altri 9 team hanno pubblicato sui social affermando di non mai allarmato la Federazione in alcun modo.
Dopo il caos di questi giorni, nel tardo pomeriggio di ieri la FIA ha fatto dietrofront sul caso dei Wolff.
Ma quindi, chi è stato?!
Peter Windsor, ex Williams, ha le idee chiare su chi possa aver messo un giro le voci di accusa nei confronti dei Wolff. “Sento odore di Bernie Ecclestone. La rivista su cui è apparsa la storia è una rivista di cui è sempre stato amico e alla quale ha dedicato delle storie o fornito idee. Non ho certezze, ma la mia sensazione è quella”, ha spiegato.
Il fondatore di F1 Business è un certo Tom Rubython, di cui Ecclestone è amico da tempo. Windsor continua raccontando alcuni dettagli. “Rubython incontrò Ecclestone a metà degli anni Novanta quando iniziò a scrivere per la prima volta sul business della Formula Uno su BusinessAge e Sunday Business. Ecclestone gli riconobbe di essere il primo giornalista capace di capire veramente il lato economico della Formula 1 e, sebbene non sempre gli piacesse ciò che scriveva, ne rispettò lo stile”.
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“Tom Rubython ha pubblicato il primo numero di BusinessF1 nel marzo 2003. È stato un successo immediato. Bernie Ecclestone riconobbe i vantaggi della rivista e si dimostrò ampiamente favorevole“.
Vedremo se arriverà una risposta da parte di Bernie Ecclestone nei prossimi giorni.
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