Fine di un era per Alpine. Dopo giorni di protesta sembra ormai certo che Renault abbia deciso di chiudere il reparto motori di Viry-Chatillon
Non è un fulmine a ciel sereno quello che arriva oggi da Parigi. Manca il comunicato ufficiale ma sembra ormai confermato che Renault abbia deciso di chiudere il reparto motori di Alpine.
Secondo le indiscrezioni praticamente certe di AutoHebdo, il consiglio d’amministrazione Renault e il CEO Luca De Meo avrebbero preso la decisione definitiva di far chiudere battente al reparto motori dello storico team francese.
Si chiude quindi il capitolo motoristico francese in Formula 1, dove dal 2026 Alpine si appellerà quindi in veste di team cliente ad un altro team affinché le siano fornite le power unit, che saranno quasi sicuramente Mercedes.
Inutili gli appelli dei lavoratori Alpine che il 20 settembre avevano protestato a Parigi davanti alla sede principale di Renault contro la chiusura del reparto e avevano ottenuto un incontro proprio con Luca De Meo che lo stesso aveva definito “positivo”.
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Tuttavia il 26 settembre, gli operai del reparto motori Alpine avevano dichiarato di essere “molto preoccupati” rispetto all’epilogo della faccenda.
L’amministrazione dell’azienda francese, aveva definito il 30 settembre come termine ultimo per decidere e, secondo quanto riportato da AutoHebdo, “Il gruppo Renault conferma oggi la morte del suo motore“.
Le indiscrezioni che arrivano da Parigi sono quindi queste: Alpine non avrà più un reparto motori dal 2026 dopo anni di attività in Formula 1.
La fine di un era
La chiusura del reparto motori porta dietro di sé un enorme quantità di conseguenze non facili per la squadra: il licenziamento di una grossa parte degli impiegati nello stabilimento aggravato dall’attuale situazione del team in Formula 1 al nono posto nel campionato costruttori.
Con la fine dell’era dei motori Alpine va via una parte di storia della Formula 1, durante la quale il team francese ha guadagnato ben 12 campionati costruttori e 11 campionati piloti.
Il malcontento degli operai non è sicuramente destinato a sparire nell’immediato e continueranno quasi certamente le proteste del personale per il destino riservato allo stabilimento di Viry-Chatillon.
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