Dopo lo spavento durante le FP2 del GP di Abu Dhabi, Carlos Sainz ha spiegato perché, alcune volte, le monoposto siano imprevedibili: a fargli eco anche Daniel Ricciardo
Sono passati solo dieci minuti dal semaforo verde delle FP2 del GP di Abu Dhabi quando Carlos Sainz impatta forte le barriere con la sua Ferrari. Il pilota spagnolo ha perso il controllo della sua monoposto tra curva 2 e curva 3 andando a sbattere fortissimo sulle barriere.
Il numero 55 non ha potuto fare nulla per evitare l’impatto. Sainz ha dichiarato subito di stare bene nonostante la gravità dell’incidente. Per capire l’entità dell’impatto, infatti, basta osservare i danni riportati dalla SF-23 con il lato destro completamente distrutto.
“Con queste auto abbiamo raggiunto una sicurezza tale da consentirci di scendere dalle monoposto sulle nostre gambe, nonostante gli impatti molto forti. Questi sono stati passi da gigante per tutto il mondo della Formula 1” ha dichiarato Sainz subito dopo l’incidente.
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“Il vero problema è un altro. Su queste macchine, quando impatti e perdi il controllo, diventi un semplice passeggero. Non puoi fare nulla per evitare di finire contro le barriere ad alta velocità. In quei momenti puoi solo sperare che non succeda nulla di grave” ha poi proseguito Sainz.
“Questa pista non è omogenea. Per gran parte presenta asfalto nuovo, ma in alcuni punti c’è ancora il vecchio asfalto. Questo crea dei dossi e io ho cercato il più possibile di evitare quella traiettoria per passare con la mia macchina su uno dei punti critici. Ma alla fine è andata così“.
“Queste monoposto creano una maggiore efficienza aerodinamica rimanendo il più vicine possibile all’asfalto. Ma questa vicinanza crea una maggiore sensibilità ai diversi livelli del terreno. Così, senza accorgertene perdi il controllo della tua monoposto” ha poi concluso il numero 55 della Ferrari.
A fargli eco è Daniel Ricciardo. “Se abbassi tanto il posteriore è ovvio che la tua monoposto diventa molto instabile e incidenti come questo di Carlos o quello di Lando a Las Vegas diventano inevitabili. In più noi non possiamo reagire in nessun modo. Così diventiamo semplici passeggeri di queste macchine” ha dichiarato il pilota dell’AlphaTauri.
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