Dalla testardaggine di Fernando Alonso alla forza di Lando Norris passando per la sfortuna di Charles Leclerc e l’inconsistenza della Mercedes: ecco i punti chiave del GP del Brasile
A Interlagos forse una delle gare più belle della stagione con Lando Norris che prova a dare battaglia all’inarrivabile Max Verstappen mentre Charles Leclerc è solo spettatore dai box. Ecco i punti chiave del GP del Brasile.
I 4 punti chiave GP del Brasile
1) Il ruggito di Alonso e quei 53 millesimi di secondo che valgono una vittoria
Fernando Alonso è, senza dubbi, il pilota di cui tutti ricorderanno l’impresa in questo weekend. Lo spagnolo e la sua Aston Martin sono arrivati a Interlagos dopo una serie di gare al di sotto delle aspettative. Partiti come seconda forza del mondiale si sono ritrovati al quinto posto nel costruttori. Alonso però dice no alle prestazioni calanti di Aston Martin e già dal venerdì corre forte. Lui e il compagno di squadra, infatti, si prendono la prima fila.
Nelle shootout un pizzico di sfortuna li relega nelle retrovie, ma già nella Sprint dimostrano che questo weekend per loro sarà una piccola rinascita. Alonso, comunque, non vuole accontentarsi di una ripresa discreta e punta al podio. Così se lo prende di testardaggine, talento e competizione. L’immagine più bella di Interlagos rimarrà quel podio al fotofinish dopo una lotta estenuante con la Red Bull di Sergio Perez. IMMENSO.
2) L’inseguimento di Norris e l’ennesimo sogno sfumato
Verstappen vince, come sempre, ma ad Interlagos qualcuno riesce a tenere il suo passo: evento più unico che raro durante questa stagione. Quel qualcuno è Lando Norris che, ad un certo punto, ha provato a prendersi la vittoria tentando la strategia ad una sosta sola.
Ma l’inglese sa che è rischioso non fermarsi ai box e fa una scelta matura: accontentarsi di un secondo posto senza prendersi il rischio di una foratura. Può solo accontentarsi pur riconoscendo di aver tenuto testa al tre volte campione del mondo nonostante guidi una macchina fuori dal normale. Così, per la settima volta durante questa stagione, si prende un podio. Lo sa che la prima vittoria in F1 è dietro l’angolo. PAZIENTE.
3) La sfortuna di Leclerc e la Ferrari che si tradisce da sola
Alla partenza del GP del Brasile, la casella in prima fila accanto a Max Verstappen è vuota. Prima dello spegnimento dei semafori, però, le telecamere si spostano su una vettura parcheggiata fuori il tracciato brasiliano. È la Ferrari numero 16 di Charles Leclerc, la stessa che ha lasciato vuota la casella accanto al tre volte campione del mondo.
Durante il giro di formazione, un problema idraulico fa perdere il controllo al monegasco e la monoposto va a sbattere contro le barriere. “Perché sono così sfortunato?” è la prima frase di Leclerc in radio.
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Dopo, davanti ai microfoni, aggiungerà “Credo farò un viaggio a Lourdes“. Il dolore questa volta ha il volto di un’occasione sfumata: la Ferrari doveva sfruttare Interlagos per recuperare punti su Mercedes, alla fine ne recupera solo due grazie ad uno stoico Carlos Sainz. Troppo poco. NAUFRAGATI.
4) Il volto grigio di Toto Wolff e la lentezza della Mercedes
L’anno scorso il podio di San Paolo si tinse del nero di Mercedes. Fu Russell a vincere, prima (e tutt’ora unica) vittoria in carriera, accanto a Lewis Hamilton. Quest’anno, invece, ad Interlagos si è presentata un brutta copia delle Mercedes vincitrice della scorsa edizione.
Già dalla Sprint si capisce che i due alfieri inglesi avranno difficoltà, ma nella gara emerge tutto il limite della vettura. Lentissima sul dritto e con poca trazione in uscita dalle curve va in totale difficoltà: dopo essere stato superato anche da Tsunoda, Russell si ritira. Hamilton prova a trarre il massimo e alla fine strappa un ottavo posto che sa di beffa. Evidentemente l’ombra della squalifica a Hamilton di Austin fa ancora paura e l’assetto si rivela completamente errato. INCONSISTENTI.
Di seguito i risultati delle singole sessioni:
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