Daniel Ricciardo, solitamente gioviale e sorridente, si è scagliato contro la strategia messa in atto dal suo team RB nel GP d’Ungheria. L’australiano ha infatti concluso fuori dai punti a seguito di un pit-stop molto anticipato.
Daniel Ricciardo si è presentato alle interviste post-gara scuro in volto, come forse mai successo prima d’ora; il suo GP d’Ungheria è stato lungo e frustrante dopo che il team RB ha deciso di effettuare il suo primo pit-stop al giro 7, condannando l’australiano ad uscire nel bel mezzo di un gruppo di piloti in DRS.
Ricciardo scattava dalla nona casella in griglia, appena davanti al compagno di squadra Tsunoda, dopo una qualifica certamente positiva. Entrambi erano su gomma media, una mescola abbastanza durevole, tanto che il giapponese finirà per effettuare un’unica sosta. Per il #3, invece, il team RB ha scelto una sosta anticipata, al giro 7, per coprirlo da un eventuale undercut di chi era partito sulle morbide e si era fermato al giro precedente. Si rivelerà una condanna per Daniel, che terminerà in P12 dopo aver passato la sua gara nel traffico.
L’analisi di Ricciardo: “Sapevo che era un errore”

“Ho corso qualcosa come 250 gare in F1, e questa è stata forse la strategia peggiore che mi abbiano mai dato”, ha detto l’Honey Badger ai microfoni di F1TV. “Non volevo entrare, sapevo che non era la scelta giusta, ma la chiamata è arrivata tardi e non ho avuto tempo di discuterne. Con la sosta delle macchine su soft davanti a noi (Magnussen e Albon, ndr) avrei potuto sfruttare il buon passo sulla media, e invece così mi hanno messo nel traffico. Avevamo tutti il DRS e la stessa gomma, che potevo fare?”.
La delusione ha poi lasciato spazio alla rabbia: “Ci siamo auto-eliminati prestissimo”, ha aggiunto infatti Ricciardo. “Avevamo un buon passo e avremmo dovuto sfruttarlo in aria pulita. Poi si aspettavano che lottassi con macchine un secondo al giro più veloci, ma come?”. Il riferimento, in questo caso, è chiaramente alle rimonte dalle retrovie di Pérez e Russell. “Ho finito la gara, ma non è stata davvero una gara, se capite cosa intendo. Era un girare a vuoto”, ha infine concluso in maniera piccata.
Le scuse “in ritardo” del team
Ricciardo ha poi spiegato il vero motivo della sua frustrazione, durante un’altra sessione coi media effettuata più tardi nel pomeriggio: banalmente, l’australiano avrebbe gradito delle scuse da RB. “Onestamente, mi aspettavo di più dalla strategia. Ma nel giro d’uscita mi sarei aspettato uno “scusa, abbiamo fatto una ca**ata”. Non è successo, e questo mi fa arrabbiare ancora di più”.
In effetti, nel team radio a fine GP, Daniel aveva già cercato di ottenerle dal suo ingegnere di pista Pierre Hamelin: “Sai cosa penso della prima sosta, se pensi lo stesso… per favore…”. Il francese, però, si era limitato a dirgli che ne avrebbero parlato nel debrief.
Il team principal di RB, Laurent Mekies, ha poi ammesso pubblicamente l’errore e chiesto scusa al suo pilota: “Con Daniel abbiamo sbagliato, impedendogli di arrivare a punti. Era stato velocissimo per tutto il weekend e ha dimostrato nuovamente di esserlo a fine gara, quando ha avuto un po’ di aria pulita”.
Ricciardo e la “sfida” con Pérez, Tsunoda e Lawson
Il riferimento dell’ex-Ferrari al gran passo di Daniel nel corso del weekend è molto importante, nel contesto della situazione legata al secondo sedile Red Bull. Le speculazioni sul futuro di Sergio Pérez sono aumentate nei giorni precedenti al GP d’Ungheria, e Ricciardo aveva promesso che fra qui e il Belgio avrebbe fatto di tutto per assicurarsi un sedile per il 2025. Con Liam Lawson sullo sfondo, infatti, qualcuno nell’orbita Red Bull resterà necessariamente “a piedi”.
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Il nervosismo mostrato dal #3 alla domenica, quindi, è probabilmente legato a questa sua promessa, soprattutto dopo un sabato perfetto. Sia Pérez che Tsunoda, due dei suoi tre “rivali”, erano finiti a muro, mentre lui aveva concluso al nono posto dopo aver anche guidato la Q1. In maniera quasi speculare, in gara il messicano ha rimontato bene fino al settimo posto, mentre il giapponese ha guadagnato i due punti della P9 con la sua sosta unica. La frustrazione è comprensibile, ma Daniel non può fare altro che mettere in mostra lo stesso passo scintillante nel GP di Spa. E se così dovesse essere, prepariamoci ad un’estate caldissima in casa Red Bull/RB.
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Immagine di copertina: @visacashapprb via X