La F1 si prepara a due settimane intense sul Bahrain International Circuit: scopriamo le caratteristiche del circuito e la guida alla pista
Per la quarta stagione consecutiva il Bahrain International Circuit ospita le prime due settimane del calendario di F1, con l’unica sessione di test e la prima gara: scopriamo le caratteristiche e la storia del circuito, e andiamo a vedere le curve più importanti con una breve guida alla pista.
F1 Bahrain guida pista
Il Bahrain International Circuit, costruito su progetto del celebre ingegnere tedesco Hermann Tilke e inaugurato 20 anni fa, è stato il primo circuito del Medio Oriente nel calendario di Formula 1. Abu Dhabi, il Qatar e l’Arabia Saudita seguiranno nei due decenni successivi, ma all’epoca era una vera novità, in un’ambiente attrattivo per i costruttori di auto di lusso, ma inizialmente privo di una cultura delle corse. Il progetto personale del Principe Ereditario Salman bin Hamad Al Khalifa ha continuato però a crescere, diventando uno dei punti di riferimento anche per i commissari di percorso.
Il clima caldo ha reso da subito Sakhir una pista interessante per i test prestagionali, e per questo incluso in gran parte dei calendari del pre-stagione, finché la riduzione del numero di giorni non ha spinto a limitare i test al solo Circuito di Barcellona dal 2015 fino al 2020.
Dal 2021 invece il Bahrain diventa la sede unica del pre-season testing, che per la prima volta è interamente trasmesso in diretta, e si svolge una settimana prima del GP del Bahrain.
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Sabbia, vento, asfalto: le caratteristiche di Sakhir
Il disegno del circuito di Sakhir prevede 15 curve in 5412 metri, con quattro rettilinei in cui si toccano i 300 km/h, e ben 5 ripartenze da bassa velocità. L’asfalto, fu realizzato con un aggregato prodotto dalla cava di Bayston Hill in Inghilterra, il costo elevato di costruzione è stato ripagato con un grip notevole, lodato da piloti e squadre. Il tracciato non ha mai dovuto essere riasfaltato in 20 anni, smussando quindi la sua superficie e riducendo l’abrasività, e quindi riducendo anche il consumo delle gomme (e l’aderenza.)
Al contrario di Yas Marina e Jeddah, che sono situate sul mare, questo circuito è nel centro dell’isola del Bahrain, e la sabbia portata dal vento è un problema considerevole, poiché tende ad annidarsi anche nell’asfalto. I motoristi d’altra parte non temono più di tanto la sabbia, potendo contare sui filtri integrati nella presa d’aria del compressore, montata dentro l’airbox.
Un giro del Bahrain International Circuit
Il tracciato si può dividere grossolanamente in due parti: da curva 13 a curva 4, dove è importante la velocità di punta, l’accelerazione dalle curve lente e la frenata, similmente a tracciati come Monza o anche Montreal, e da Curva 4 a Curva 13, dove sono presenti curve veloci e a media velocità, e sezioni più tecniche che esaltano la deportanza e la reattività nei cambi di direzione.
Il giro inizia sul rettilineo principale, dove si sfiorano i 320/325 km/h a DRS aperto, e a meno di 125 metri da Curva 1 si inizia a frenare per andare a toccare l’apice del tornante aperto a circa 70 km/h, con una perdita complessiva di 250 km/h, la staccata più brutale del circuito. L’accelerazione successiva, da bassa velocità, è piuttosto interessante dal punto di vista della gestione del sistema ibrido, che in gara viene spesso spremuto per difendersi dagli attacchi in curva 4. Anche Curva 4 è una curva lenta, ma con una velocità alla corda di circa 120 km/h c’è un maggior equilibrio tra la componente meccanica e quella aerodinamica nella composizione del grip, ed è quindi da osservare l’equilibrio in questo tornante.
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Dopo una breve accelerazione, i piloti affrontano la esse di Curva 6/7, l’unico complesso sopra i 200 km/h all’ora del circuito, qui è necessaria deportanza e precisione nel cambio di direzione. Si affrontano quindi due tornanti in successione, ma se Curva 8 è abbastanza standard nell’approccio, quello di curva 10 è assai più complessoda affrontare:si arriva in discesa da Curva 9 poco prima, mettendo alla frusta quindi i settaggi del differenziale per gestire al meglio il tailbraking.
Curva 11 è abbastanza veloce, si frena tardi e in curva, e si affronta a 166/175 km/h, è l’unica vera curva d’appoggio a sinistra del tracciato, e immette in curva 12, che si affronta a 240 km/h ed è cruciale per la gestione gomme. Per conservare al meglio le coperture, spesso si sacrifica la traiettoria ideale, girando al largo del cordolo interno. Questo però fa perdere tempo, ed è un fattore da tenere d’occhio durante le simulazioni di passo gara. Curva 13 infine è una curva di media velocità, dove serve sia una buona deportanza e un auto precisa in frenata, che un’ottima trazione per il penultimo rettilineo.
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Immagini: Bahrain International Circuit