In occasione delle festività natalizie sono trapelate dallo stabilimento Ferrari di Maranello informazioni incoraggianti sullo sviluppo del motore per il 2026.
Col clima natalizio a conclusione di un altro anno sportivo, in Ferrari sembra respirarsi un’aria meno tesa e più ottimistica verso il futuro. Manca ormai poco alla presentazione della futura Ferrari 676, ma ad occupare la scena in questi giorni sono stati i buoni risultati ottenuti nei primi test al banco del futuro motore per il 2026.

A riscaldare le ultime giornate dell’anno ci hanno pensato le notizie trapelate dalla GES, apparentemente sigillata durante il Natale, sulla PU Ferrari 2026. Dai primi test svolti sul banco da lavoro, i risultati sembrano essere stati incoraggianti, nonostante il grande anticipo rispetto al cambio regolamentare. Le PU del 2026 saranno completamente diverse da quelle cui siamo stati abituati fino ad ora, con molte più restrizioni volte all’efficienza. Le nuove monoposto vedranno una ripartizione del 50% della potenza fra parte termica e ibrida, la rimozione del MGU-H e un collocamento più sicuro dell’MGU-K all’interno del telaio. Inoltre, sempre a partire dal 2026, Formula 1 adotterà l’utilizzo di soli e-fuel ad impatto zero. Tutte queste restrizioni dovrebbero comunque lasciare un margine di libertà di sviluppo, permettendo l’applicazione di diverse filosofie volte al raggiungimento delle prestazioni.
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Quello testato non sarà quindi di certo il motore utilizzato da Ferrari nel 2026. La power-unit attraverserà un periodo di complesso sviluppo fino al 2026 per arrivare a combaciare perfettamente con tutte le restrizioni imposte dai regolamenti. É comunque di ottimo auspicio ottenere buoni risultati in uno stadio così primordiale dello sviluppo, a testimonianza del buon lavoro che il gruppo di lavoro diretto da Enrico Gualtieri sta svolgendo. A rafforzare l’ottimismo in materia di sviluppo c’è poi sicuramente la partnership di Ferrari con la compagnia austriaca AVL, detentrice di molte conoscenze nell’ambito ibrido. Il 2023 si conclude quindi non solo con la grande attesa per la futura 676, ma anche con un po’ di entusiasmo verso il 2026.
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Foto copertina: Power-unit 066/7 della SF23 ©Giorgio Piola