Nel box Red Bull di Sergio Perez tira una brutta aria: che Lawson possa davvero prendere il suo sedile in F1 già dal 2024?
La rottura fra Sergio Perez e il team Red Bull, in F1, è a metà fra puro gossip e qualche sprazzo di verità: ma Lawson può davvero sostituirlo già dal 2024? La risposta cambia a seconda del personaggio interpellato. Ralf Schumacher ne è certo, ad esempio, mentre voci dall’ambiente Red Bull suggeriscono l’esistenza di un precontratto per il 2025. Insomma, che fine faranno Liam Lawson e Sergio Perez?
Per certi aspetti, Liam Lawson è davvero stata una brutta sorpresa, per Perez. Il messicano, dopo un inizio di stagione esaltante, condito dalle vittorie in Arabia Saudita e a Baku, è entrato in una terribile spirale discendente. Una spirale che, dopo il disastro di Suzuka, lo porta a 177 punti di distacco da Verstappen. Un abisso tanto incolmabile quanto sorprendente, specialmente per un pilota che più volte aveva dichiarato di voler lottare per il titolo.
Eppure, fino a Zandvoort, il suo sedile non è mai stato davvero in discussione, per un motivo molto semplice: mancanza di alternative. Se Daniel Ricciardo è stato uno spauracchio più o meno presente nel box Red Bull, restava improbabile che avrebbero scambiato il messicano per un pilota che aveva lasciato il Circus dopo una serie di risultati altrettanto deludenti. Ma poi è arrivato Liam Lawson.
I meriti di Lawson e i demeriti di Perez
L’AT04, la monoposto portata in pista da AlphaTauri in questa stagione, è stata guidata in gara da ben quattro piloti. L’unico a correre tutti i Gran Premi è stato Yuki Tsunoda, capace di raccogliere 3 punti complessivi grazie ad altrettanti decimi posti. Dei tre rimanenti, l’unico ad aver raccolto qualche punto è stato proprio Liam Lawson. Fra l’altro, mettendo a segno il miglior piazzamento per la scuderia di Faenza: il nono posto di Singapore.
Nella “scuderia madre”, invece, c’è il disarmante confronto fra Sergio Perez e Max Verstappen. Lanciamo qualche numerino: la posizione media di qualifica di Perez è 8,8. Quella di Max? 3,5. I punti raccolti, in media, per weekend di gara da Perez (contando le Sprint) sono 13,9. Quelli di Verstappen? 25. E potremmo continuare ad elencare statistiche di questo tipo.
Ma questi dati giustificano un cambio al volante della seconda Red Bull? Volendo dare a Cesare quel che è di Cesare, Sergio Perez occupa, dopo Suzuka, la seconda posizione nel Mondiale Piloti. Che è l’obiettivo da centrare per qualunque seconda guida in una scuderia di vertice. A Milton Keynes conviene liberarsi del secondo pilota in classifica per un debuttante alla terza gara in carriera?
Mi ha detto un uccellino…
Gli uccellini, si sa, canticchiano. E c’è chi, nel loro canto, ci vede verità ineluttabili. “Sono convinto Perez non correrà nel 2024 – dice Ralf Schumacher – Verstappen farà come mio fratello: sarà lui a scegliere il nuovo compagno di squadra“. Jan Lammers, ex-pilota olandese, rincara la dose: “Perez è pronto al ritiro, Red Bull si sta preparando a mettere Lawson su quel sedile“.
Dall’altro lato della barricata, Timo Glock si fa portavoce della razionalità: “Il suo sedile non è a rischio, Red Bull ha già detto in modo relativamente chiaro che siederà al fianco di Verstappen anche l’anno prossimo“. D’altronde, il contratto del pilota messicano scade a fine 2024 e, anche se Horner & Co. sono soliti stracciare queste scartoffie, chiudere anzitempo la carriera della loro seconda guida sembra eccessivo.
Che l’aria sia pesante, dal suo lato dei box, è però chiaro a tutti. Ancora di più se si sente Perez Sr., che già da tempo è a capo della crociata a difesa del figlio: “La macchina è pensata per Verstappen. In Red Bull hanno deciso che ci può essere un solo campione e quel campione deve essere Max. Lo capiamo e lo rispettiamo. Tutta la struttura è costruita per avere Verstappen campione“.
Lawson continua a lavorare
Liam Lawson, dal canto suo, non sembra essersi lasciato troppo turbare dagli eventi giapponesi. Nella mattina di sabato è stata ufficializzata la lineup AlphaTauri 2024, che lo vede tornare nel ruolo di terzo pilota. Il neozelandese continuerà a correre in questa stagione finché Daniel Ricciardo non avrà superato l’infortunio al polso, per poi tornare in panchina.
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“Uno dei lati positivi dell’essere nella famiglia Red Bull – ha raccontato il neozelandese – è che siamo messi sotto pressione dal primo giorno in cui entriamo nel programma. Ci sono abitato, ho passato cinque anni così. È una situazione per la quale sono preparato“.
Con un solo sedile in Williams rimasto realmente libero, anche se il rinnovo di Logan Sargeant non sembra impossibile, Lawson guarda con stocismo al prossimo futuro: “Sono un pilota Red Bull e tutti i sedili della famiglia Red Bull sono occupati, nel 2024. Sfortunatamente, sarò un pilota di riserva. Ora sto cercando di dare il meglio di me in queste gare. Quando tutto sarà finito, guarderò al lavoro che ho fatto e valuterò le mie opzioni“.
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