Analizziamo il caos successo quest’oggi con i nostri voti, ecco a voi le pagelle del GP d’Australia 2023.
Cala il sipario sul GP d’Australia. Le luci del tramonto sul circuito di Melbourne si prendono la scena, accompagnando le note dell’inno olandese e austriaco che risuonano sul podio. E’ ancora una volta Max Verstappen a varcare la soglia del traguardo davanti a tutti, accompagnato sul podio da Lewis Hamilton e Fernando Alonso. Tuttavia, gli articoli da copertina tratteranno sicuramente il caos successo nelle ultime tornate, dopo una bandiera rossa che ha praticamente creato un demolition derby. Sarà contenta la FIA, d’altronde l’importante è dare spettacolo, no? Proviamo (si, ci proviamo, perché alla fine non si è capito niente) ad analizzare quanto successo oggi con i nostri voti, ecco a voi le pagelle del GP d’Australia 2023.
TOP 3
MAX VERSTAPPEN: voto 8. Qualche errorino di troppo in questa terza gara stagionale per l’olandese, con una partenza che gli ha complicato un po’ la vita. La prima bandiera rossa lo ha aiutato e non poco, sbarazzarsi di Hamilton con questa vettura si è rivelato esser troppo facile. Poi arriva il secondo errore, andando lungo nella penultima curva, con la regia internazionale che ha mostrato in diretta un’inquadratura che aveva fatto presagire altro. Bravo nel finale a non sbagliare l’ultima partenza, anche se col caos successo nel finale forse non sarebbe cambiato niente.
LEWIS HAMILTON: voto 8. Partenza a fionda di Russell, lui non è stato da meno, attaccando Verstappen in curva 3 senza alcun timore. Gli scenari per assistere ad una grande lotta c’erano tutti, ma la bandiera rossa ha smorzato tutto il pathos creatosi. Si è trovato da solo a dover fronteggiar Verstappen, senza Russell, ma l’olandese se lo è mangiato in un sol boccone. Nulla da recriminargli, visto che la RB19 gli ha praticamente tolto tutti gli sponsor dalla vettura. Alla fine la seconda posizione gli sorride, è il primo grande risultato di una stagione iniziata non al meglio.
FERNANDO ALONSO: voto 7. Tre podi su tre gare, ma questa volta ci si aspettava di più. In qualifica si fa soffiare la prima fila da entrambe le Mercedes, in gara fa più la parte dello spettatore che del leone. Nella ripartenza finale viene centrato da Sainz, per poi essere rimesso in terza posizione grazie al regolamento. Probabilmente non ci avrà capito niente neanche lui.
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PILOTI A PUNTI
LANCE STROLL: voto 6. Diciamo che la quarta posizione non è proprio il risultato che rende merito a quanto messo in mostra dal canadese. Mai veloce quanto Alonso, alla ripartenza degli ultimi giri è stato bravo ad evitare il demolition derby, ma poi si è praticamente autoeliminato in curva 3, finendo in ghiaia e fuori dalla top10. Si ritrova in quarta posizione grazie al regolamento e grazie alla penalità di Sainz.
SERGIO PEREZ: voto 6. In difficoltà per tutto il weekend, tra i mille errori delle prove libere e il disastro delle qualifiche. Partito ventesimo, arrivato quinto. Alla fine la rimonta c’è stata, ma vale lo stesso discorso di Stroll. Grossolano l’errore nell’ultima ripartenza, fortunato nel non finire nei guai dopo l’escursione in ghiaia in curva 1. Termina quinto solo grazie alla cancellazione di quel giro.
LANDO NORRIS: voto 8. Lampo di luce abbagliante da parte del pilota di Bristol, conquistando una sesta posizione che fa respirare una McLaren fin qui disastrosa. In zona punti per tutta la gara, costante e aggressivo quando doveva essere tale. Il risultato gli rende merito, il bottino è decisamente succulento.
NICO HULKENBERG: voto 8.5. Presentatosi tra lo scetticismo generale, possiamo affermare che la mossa Haas, fin qui, sta pagando. Guida da manuale per tutto il weekend, distruggendo il compagno Magnussen. Da sottolineare il riflesso miracolo che gli ha permesso di evitare Albon dopo il contatto con le barriere. Alla fine giunge in quarta posizione, ma l’annullamento del giro lo ha retrocesso nuovamente in settima posizione. Un po’ un peccato.
OSCAR PIASTRI: voto 7. Il lampo di luce in casa McLaren arriva anche dall’australiano Oscar Piastri, che prende i primi punti della sua carriera proprio sul circuito di casa. Il lampo non è abbagliante quanto quello di Norris, ma questa ottava posizione al termine della gara è un risultato più che soddisfacente.
GUANYU ZHOU e YUKI TSUNODA: voto 5.5. Diciamo che queste ultime due posizioni della top10 sono frutto di tutto quello che è successo nelle ultime tornate. Comodamente fuori dai punti per tutta la gara, in pratica, si ritrovano di colpo in una zona punti che ha quasi del miracoloso.
DELUSIONI DEL WEEKEND
CHARLES LECLERC: voto 4. Questa volta si poteva e si doveva fare di più. In una SF23 che forse inizia a ingranare, bisognava essere più pazienti. Il contatto con Stroll deriva da una troppa voglia di risalire la classifica, con una chiusura in curva decisamente troppo aggressiva, che gli è valsa il secondo zero stagionale. 28 giorni lo separano dal GP di Baku, 28 giorni per riposare e rimettersi in sesto. Lui ne ha assolutamente bisogno, la Ferrari anche.
PIERRE GASLY: voto 6. Il voto è comunque sufficiente perché il passo messo in mostra dal pilota Alpine è stato a dir poco pazzesco. Vicino alla Ferrari di Sainz per tre/quarti di gara, il francese era vicino ad una gloriosa quinta posizione. Poi arriva l’improvvisa bandiera rossa, quando mancava un nonnulla alla bandiera a scacchi. Poi manda tutto alle ortiche, precipitando dalle stelle alle stalle in due curve. E con egli tutta l’Alpine.
FIA: voto 0. Inclassificabile, non serve aggiungere altro. Una continua ricerca allo spettacolo che non sta facendo altro che aumentare rischi completamente futili. Questa storia dello show non può e non deve stare alla base degli incidenti, tanto vale far ripartire il GP ogni volta che i piloti concludono il giro, o magari li mandiamo in pista con le autoscontro. Perché si, il risultato di una ripartenza in griglia a due giri dalla fine è e sarà sempre lo stesso. Un demolition derby che ha negativamente macchiato la storia di questo Gran Premio. Le regole vanno riviste, non si smetterà mai di affermarlo, perché quanto successo dopo l’ennesima bandiera rossa è indecifrabile, con una classifica finale che è priva di senso.
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