F1 | Red Bull ha sofferto di problemi al fondo a Singapore? Cosa aspettarci a Suzuka?

I problemi riscontrati da Red Bull a Singapore sono difficilmente riconducibili a una causa precisa, ma molti possono essere ricondotti alle difficoltà con il fondo della monoposto. Cosa aspettarci a Suzuka?

Red Bull, dopo aver dominato le prime 14 gare di campionato, a Singapore ha clamorosamente steccato. Non solo non ha vinto, al contrario di quanto fatto in tutti i precedenti appuntamenti della stagione, ma ha avuto un vero e proprio crollo di prestazioni. Difficilmente una monoposto completa e bilanciata come la RB19 offre prestazioni tanto diverse da quelle mostrate nelle gare precedenti a causa soltanto di un assetto sbagliato. Cerchiamo di analizzare nel dettaglio, quindi, quali possano essere state le cause dei problemi affrontati da Red Bull durante il weekend di Singapore e cosa aspettarci a Suzuka.

Le nuove direttive tecniche: non solo la TD018

Durante la settimana del GP di Singapore, la FIA ha emanato due direttive tecniche (in realtà, una direttiva e una specifica) volte a precisare diversi aspetti del regolamento. C’è da chiarire una cosa: questi documenti non hanno introdotto novità regolamentari, bensì hanno chiarito alcune lacune del regolamento che, precedentemente, costituivano delle zone d’ombra spesso sfruttate (impropriamente) dai team.

La prima direttiva, la più discussa, in realtà potrebbe non essere stata la più determinante per l’esito del weekend. La direttiva TD018 ha ristretto i limiti entro cui le scuderie possono adottare appendici aerodinamiche flessibili. Sembra improbabile, però, che questa sia la causa di tutti i problemi riscontrati da Red Bull a Singapore, come affermato anche da diversi team principal. Marina Bay, infatti, è un circuito lento su cui non serve una grande efficienza aerodinamica. Inoltre, anche altri team adottavano superfici aerodinamiche flessibili, e sembra improbabile, quindi, che soltanto Red Bull sia stata tanto penalizzata.

Le problematiche al fondo: ritorna la TD39

Nonostante sia stata abrogata, torna alla ribalta la direttiva TD39, quella che la federazione adottò l’anno passato per limitare il porpoising. In realtà, quanto definito da essa rimane valido, in quanto il regolamento ufficiale 2023 contiene al suo interno quanto prescritto dalla TD39. Ora i team devono regolare l’altezza da terra delle proprie monoposto di modo da rispettare un’usura massima del plank, un elemento posto sul fondo che è progressivamente usurato nel corso della gara dal contatto con l’asfalto.

Durante il weekend di Singapore è entrata in vigore una specifica della TD39: la federazione ha imposto che il plank non si possa deformare. Questo, ovviamente, genera un’usura maggiore, in quanto un plank rigido esercita una pressione maggiore sull’asfalto.

Proprio durante il GP di Singapore, la RB19 è parsa più alta del solito, forse proprio per rispettare questi limiti di usura. Ci sono da considerare anche altri fattori a riguardo di ciò, però. La federazione si avvale di degli skid, cioè dei provini presenti sul plank, per misurare l’effettiva usura del fondo.

Negli ultimi giorni girano voci a riguardo del fatto che Red Bull, invece che usare uno skip unico, lo avesse diviso in tre parti, soffrendo così di un’usura minore. Se questa indiscrezione dovesse essere veritiera, Red Bull potrebbe aver dovuto alzare la propria monoposto proprio per ritornare allo skid singolo, come prescritto dalla federazione, oltre che per l’irrigidimento del plank. Sappiamo tutti, infatti, quanto il design dettato da Adrian Newey si basi sulla capacità di poter far girare molto bassa la RB19; non essendo stato così durante lo scorso weekend, è verosimile che le prestazioni possano averne risentito in maniera abbastanza drastica.

Gli altri fattori che hanno svantaggiato Red Bull

Oltre a quanto già detto, altre circostanze hanno creato problemi a Red Bull durante il weekend di Singapore. Innanzi tutto, gli ingegneri del team hanno faticato a trovare un assetto corretto che permettesse di operare nella giusta finestra di temperatura per i pneumatici. Questo è accaduto anche perché il team ha “sprecato” la sessione di prove del venerdì per provare un nuovo fondo, poi scartato.

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Altri fattori riguardano proprio le caratteristiche del circuito. Il tracciato di Marina Bay è stato in parte riasfaltato, quindi le prove al simulatore sono state fatte abbastanza “al buio”, basandosi sulla rugosità dell’asfalto dell’anno precedente. Senza considerare che anche il layout del circuito è cambiato. Inoltre, si tratta di un circuito cittadino: questo significa che è molto più ricco di sconnessioni che un circuito classico, come Suzuka. Red Bull potrebbe aver girato più alta proprio a causa di ciò, sempre per evitare di superare i limiti di usura del plank.

In ogni caso, Singapore è sempre stata una gara moto difficile da decifrare. Nonostante Marina Bay abbia ospitato soltanto 14 Gran Premi di Formula 1, già in passato si era mostrata una gara dai risvolti inediti. Infatti, anche Mercedes nel 2015 aveva conquistato tutte le pole position e vinto 10 delle 12 gare corse prima di Singapore. Un po’ come Red Bull quest’anno, però, a Marina Bay Mercedes mostrò prestazioni ben diverse rispetto al resto della stagione: Hamilton e Rosberg si qualificarono in terza fila. Rosberg concluse la gara in quarta posizione, mentre Hamilton dovette ritirarsi per problemi alla propria monoposto.

La situazione a Suzuka

La gara sul circuito Giapponese sarà determinante per capire quanto realmente le direttive tecniche abbiano penalizzato Red Bull. Innanzi tutto, essendo un circuito permanente, il tracciato risulta essere molto più regolare e povero di sobbalzi. Red Bull, quindi, avrebbe la possibilità di tornare a girare molto bassa: se così non dovesse essere, avremmo la conferma che l’inasprimento delle regole sull’usura del fondo abbiano davvero penalizzato il team.

Inoltre, Suzuka è una circuito veloce, molto guidato e ricco di curve a velocità medio-alta. Tipicamente le auto con buona efficienza aerodinamica, come Red Bull, si comportano bene su di esso. Se la RB19 dovesse nuovamente mostrare prestazioni sottotono, allora la direttiva TD018 potrebbe veramente aver creato più di qualche problema alla scuderia di Milton Keynes. Ma non illudiamoci: già Mercedes nel 2015 conquistò tutte le pole e le gare disputate dopo Singapore.

A Suzuka già le prime due sessioni libere sembrano confermare il ritorno alla normalità: Verstappen primo sia durante la mattina che durante il pomeriggio, con un distacco di diversi decimi. Vedremo se, entrando nel vivo del weekend, si possa palesare qualche colpo di scena. Tenendo presente, peraltro, che Ferrari ha introdotto un nuovo fondo.

[Foto di copertina: paddocknews24.com]

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