Gennaio 18, 2025
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F1 | Renault lascia, Alpine in vendita? Il punto della situazione

L’addio di Renault in qualità di motorista, con il passaggio di Alpine ai motori Mercedes, è sempre più realtà. Questo ha dato di nuovo adito alle voci che vorrebbero il team in vendita, ma Famin smentisce.

Sembra non esserci mai pace in casa Alpine. Il weekend del GP del Belgio sta facendo venire tutti i nodi al pettine. In primis, Renault, proprietaria del team, è in procinto di abbandonare il proprio programma da motorista. Questo renderebbe poi Alpine un cliente Mercedes, e la convinzione del paddock è che questo disimpegno porterà inevitabilmente alla vendita della base di Enstone. Infine, l’attuale team principal Bruno Famin, che nella giornata di giovedì ha avuto il compito di affrontare i giornalisti a riguardo, ha appena annunciato che lascerà il team dopo la pausa estiva. Proviamo a mettere ordine.

La questione motore: Renault conferma

La possibilità che Renault staccasse la spina al suo programma di sviluppo di motori F1, e che Alpine diventasse un team cliente, era emersa a Barcellona con l’arrivo di Flavio Briatore. Il CEO Renault Luca De Meo lo aveva assunto come “consigliere speciale”, responsabile della strategia a lungo termine del team. L’italiano avrebbe scelto Carlos Sainz come pilota di punta, mettendo sul piatto proprio la prospettiva di avere un motore Mercedes dietro la schiena nel 2026.

Finora nessuna di queste voci aveva trovato conferme ufficiali, anche se l’attesa dello spagnolo nel compiere una scelta è valsa più di mille parole. Nel venerdì di Spa, però, il team principal (ormai ex) di Alpine Bruno Famin ha parlato apertamente della questione con la stampa, confermando di aver spiegato questa prospettiva ai dipendenti di Viry, dove nascono le PU Renault.

Renault Alpine vendita
La fabbrica Renault a Viry-Chatillon – credit: Le Parisien

Abbiamo presentato ai rappresentanti dello staff di Viry-Chatillon un progetto di trasformazione del brand Alpine“, ha detto il francese. “Il progetto prevede di dedicare alcune delle risorse usate oggi nello sviluppo della Power Unit di Formula 1 all’implementazione di nuove tecnologie e nuovi modelli per il brand“. Poi, la conferma diretta: “Se il progetto verrà accettato, l’Alpine F1 Team dovrà adottare la PU di un altro Costruttore e smettere di svilupparne una propria. Questo ci garantirebbe le risorse e il personale necessari per lo sviluppo del brand in altre direzioni“.

Il momento è cruciale: mentre l’Alpine F1 si prepara alla rivoluzione dei regolamenti 2026, l’Alpine “azienda” punta ad espandere drasticamente la sua attuale gamme. A fronte di risorse limitate, le due ambizioni cozzano, e bisogna prendere una decisione alla svelta. Famin ha ammesso di trovarsi “ad un bivio: i regolamenti 2026 sono ormai ufficiali, chi progetta il telaio vuole sapere intorno a quale motore dovrà svilupparlo“.

Un cambiamento positivo?

Si tratta, quindi, di una questione monetaria. Eppure, un team factory che abbandona lo sviluppo del proprio motore per diventare un team cliente è una notizia senza precedenti in Formula 1. Poter integrare i due elementi è un grande vantaggio, basti pensare a Mercedes che ci ha costruito il proprio dominio all’inizio dell’era ibrida.

Famin ritiene che al giorno d’oggi non ci siano più grandi differenze fra team clienti e ufficiali. “L’integrazione fra PU e telaio può dare un vantaggio, ma è più teorico che pratico. I motoristi oggi lavorano a stretto contatto con tutti i team, e sono sicuro che se avremo un motore Ferrari o Mercedes lo potremo integrare senza problemi“.

Il “politichese” delle dichiarazioni di Famin può essere tradotto in maniera molto semplice. Sviluppare una Power Unit di F1 è molto costoso, e dà grandi benefici solo se il motore si dimostra competitivo. Nel caso di Alpine/Renault, la spesa extra non ha portato alcun vantaggio; anzi, in questi anni non è mai riuscita a produrre un motore al livello dei competitor. Ad oggi, con specifiche congelate, le stime indicano un deficit di 20/30 Cv per l’unità francese nei confronti dei rivali, per non parlare dei problemi di affidabilità.

L’impatto umano come ultima considerazione

La valutazione dell’aspetto economico e di quello competitivo lascia poco spazio a dubbi e opinioni. Cosa manca, allora, alla conferma della decisione di Renault? L’ultimo tassello, forse il più importante, è il destino dei tanti impiegati dello stabilimento di Viry. Dal punto di vista legale, Famin ha ammesso che le norme francesi in materia sono molto severe, ma si è detto fiducioso: “Potrebbe volerci qualche settimana, ma stiamo seguendo tutti gli step con diligenza“.

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Bruno Famin ha affrontato la stampa meno di 24 ore prima di essere sollevato dal suo ruolo – credit: Getty Images

Ancor più importante, però, è il punto di vista umano. Famin ha voluto sottolineare che nessun impiegato dovrà temere di perdere il lavoro: “Un aspetto importante del progetto di cui parlavo è che ogni singolo dipendente avrà un “nuovo” lavoro. Non ci saranno licenziamenti. Sappiamo che non è mai facile, ma stiamo cercando di rendere questo processo il più indolore possibile“. Questa preoccupazione, fra le altre cose, è stata condivisa anche da Frédéric Vasseur durante la conferenza stampa riservata ai team principal. Non resta che sperare che Renault tenga fede a queste parole.

Le eventuali prospettive di vendita

Durante il suo incontro con la stampa, Bruno Famin ha anche sentito il bisogno di chiarire che il team, al momento, non è in vendita. Questa è la posizione ufficiale di Renault a riguardo, e non è cambiata; il bisogno di specificarlo, però, indica che l’azienda è consapevole delle voci in circolazione. D’altronde, questo “alleggerimento” del programma renderebbe tutto più semplice per un eventuale acquirente.

In tanti hanno sottolineato l’impegno poco “convinto” della casa madre negli ultimi anni, ma una vendita non è mai stata considerata per via della complessa struttura del team anglo-francese. Smantellare uno stabilimento, mantenendo solo quello storico di Enstone, renderebbe tutto più semplice dal punto di vista burocratico. Ad alimentare le voci, nonostante le smentite, ci sarebbe il potenziale sostituto di Bruno Famin: come avevamo già segnalato, si parla insistentemente di Oliver Oakes.


Leggi anche: F1 | Bruno Famin lascerà il suo ruolo di Team Principal di Alpine a fine agosto


L’ex pilota di kart è infatti team principal della Hitech GP, team impegnato nelle categorie propedeutiche che da qualche tempo sogna l’ingresso in Formula 1. Infatti, la squadra di Oakes aveva partecipato al famigerato processo di accettazione che aveva portato la FIA a selezionare Andretti come 11esimo team in griglia. Potrebbe quindi esserci ancora un interesse, soprattutto davanti alla possibilità di rilevare un team già formato.

Bisogna anche ricordare che secondo l’autorevole rivista Forbes il valore del team si aggira intorno ad 1.4 miliardi di dollari. Renault intanto ha ceduto il 24% delle quote ad un consorzio di investitori americani, e la “riconversione” dello stabilimento di Viry rappresenta un’ulteriore perdita di asset. Ciononostante, è ragionevole pensare che Renault potrebbe ottenere un buon ritorno economico da un’eventuale vendita.

Le smentite di Briatore: lui al timone?

Ma c’è ancora un’altra opzione. Il “team Enstone”, per definirlo in termini di capitale umano e potenzialità, è sempre stato limitato dalla volubilità della leadership di Renault. Un marchio che si è sfilato ed è rientrato più volte, che non ha investito il necessario e che ha instillato cambi di regime con cadenza quasi annuale. Gli sviluppi delle ultime settimane, se escludiamo l’ipotesi vendita, prospettano sicuramente un team più agile, con meno legami alle dinamiche corporate della casa madre e capace di concentrarsi sulla qualità delle vetture e delle operazioni in pista.

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Flavio Briatore e Luca de Meo nel box – credit: Clive Rose – Getty Images

Flavio Briatore, in questo scenario, potrebbe fare le veci di De Meo, garantendo un approccio più dedicato rispetto a chi, “dall’alto”, vede la Formula 1 come una sola delle tante attività del marchio. Il manager italiano è stato ancor più netto di Famin nel rispedire al mittente le voci sulla vendita, escludendola “al 100%” durante la sua prima intervista nel ruolo. Predire il futuro di questo team, a prescindere dalle dichiarazioni, è molto difficile. La speranza è che, quando si calmeranno le acque, le donne e gli uomini di Enstone e Viry avranno posti di lavoro sicuri e la possibilità di esprimere il loro talento appieno.


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Immagine di copertina: BWT Alpine F1 Team su X


 

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