Non c’è sosta per l’IndyCar che, archiviato Long Beach, si sposta a Birmingham per il Gran Premio dell’Alabama, tornando a gareggiare in un tracciato permanente che metterà a dura prova le capacità dei piloti
Dopo Long Beach l’IndyCar non si ferma e già nel prossimo settimana tornerà in pista, al Barber Motorsports Park di Birmingham, per la quattordicesima edizione del Gran Premio dell’Alabama. Da segnalare, complice il recupero ancora in corso di David Malukas, la conferma in Arrow McLaren di Theo Pourchaire. Il francese ha esordito in IndyCar soltanto la settimana scorsa, con un ottimo undicesimo posto.
A Birmingham, Josef Newgarden si presenterà da primo della generale, con 87 punti, dodici in più di Scott Dixon, a sua volta davanti a Colton Herta di tre lunghezze. Tra i motoristi, Ilmor-Chevorlet è a quota 156, contro i 154 punti della Honda.
I piloti dovranno confrontarsi con una pista difficile, dai lunghi curvoni, con diversi saliscendi e poche possibilità di sorpasso. Senza dubbio, le strategie avranno un ruolo di primo piano, valorizzando la gestione di gomme, carburante e del Push to Pass. Fondamentali, inoltre, saranno le qualifiche. Ritrovarsi a centro gruppo, infatti, potrebbe pregiudicare l’esito della gara sin dalle battute iniziali.
Il Barber Motorsports Park
Costruito da George W. Barber e disegnato da Alan Wilson, il Barber Motortsport Parks di Birmingham è un circuito polivalente, inaugurato nel 2003. Il tracciato si sviluppa in un’area di 880 acri (360 ettari), ricca di boschi e prati. Ospita inoltre il Barber Vintage Motorsports Museum, con la sua collezione di circa 1600 pezzi, tra motociclette e auto da corsa.
Dopo gli inizi, con l’AMA Superbike, il tracciato è entrato nel calendario dell’IndyCar nel 2010. Già nel 2007 e nel 2009, comunque, la serie vi aveva organizzato alcuni test. Dal 2010, l’evento si è sempre disputato, saltando solo nel 2020 a causa del Covid.
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La pista misura 2,38 miglia (3,83 chilometri) e si compone di 17 curve, 10 a destra e 7 a sinistra. Oltre al disegno fluido e ondulato, l’altra grande peculiarità dell’autodromo è la sua altimetria. In ogni giro, infatti, si affronterà un dislivello di 80 piedi (24,4 metri). Il Children’s of Alabama Indy Grand Prix si disputerà sulla distanza di 90 giri, equivalenti a 214,2 miglia (344,7 km).
Oltre alla mancanza di frenate decise – la prima marcia non si usa praticamente mai – a rendere difficili le manovre di sorpasso contribuirà anche la carreggiata stretta.
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In fondo al rettilineo principale, si passa dalla sesta alla quinta per la curva 1, scalando due ulteriori marce per affrontare la 2 e la 3. Già in uscita – nell’allungo successivo – si ricomincia a salire con i rapporti, di nuovo fino alla sesta, verso la staccata delle curve 5 e 6.
La curva 5, a sinistra – forse il miglior punto per provare un affondo – è da seconda, a 90 km/h circa. In percorrenza si effettua la curva 6, destrorsa. Si esce, in accelerazione e si transita per la curva 7 – una leggera piega – tornando in progressione ad utilizzare tutte le marce. Si frena a poco meno di 100 metri per la chicane, curva 8 e 9, con l’ingresso in quarta e la scalata di due ulteriori rapporti, in discesa.
Riallineato il volante, un ennesimo tratto quasi in piena e altre due curve molto veloci, la 10 – dove si passa alla sesta – e la 11. Si arriva in curva 12, si scala un rapporto e si resta in quinta per la 13 e ancora a gas aperto per la curva 14 e la curva 15.
L’ultima sezione è quella più lenta. Un breve raccordo introduce alla curva 16, in seconda, dove serve grande precisione per impostare la curva 17, l’ultima, a sinistra, che riporta sul rettilineo principale.
Statistiche e record
Il primo vincitore a Barber, nel 2010, è stato Helio Castroneves, con la Dallara-Honda del Team Penske. Complessivamente, nelle tredici edizioni fin qui disputate, il maggior numero di successi – tre – appartiene a Josef Newgarden. Proprio a Birmingham, nel 2015, il nativo del Tennessee, allora alfiere del CFH Racing, ha ottenuto la sua prima vittoria in IndyCar, ripetendosi poi con Penske nel 2017 e 2018.
Due vittorie a testa, per Will Power (2011, 2012, con Penske) e Ryan Hunter-Reay (2013, 2014, con Andretti). Sempre per il Team Penske, nel 2016 il primo posto è stato appannaggio di Simon Pagenaud. A quota ‘uno’, Takuma Sato (2019, con il Rahal Letterman Lanigan Racing), Alex Palou (2020, Chip Ganassi Racing), Pato O’Ward (2021, Arrow McLaren SP).
Lo scorso anno, il Team Penske è tornato sul gradino più alto del podio grazie a Scott McLaughlin. Il neozelandese ha piegato Romain Grosjean, al termine di un confronto prolungato, non privo di sorpassi spettacolari.
Orari TV e streaming
In Italia, il Gran Premio dell’Alabama sarà trasmesso in diretta esclusiva su Sky Sport. La telecronaca, come consuetudine, sarà a cura di Matteo Pittaccio e Bagio Maglienti. Tutte le altre sessioni (libere, qualifiche e Warm Up) si potranno seguire su IndyCar Live (INDYCAR LIVE), previa sottoscrizione dell’abbonamento.
Venerdì 26 Aprile
21:40 | Prove Libere 1| Diretta su INDYCAR LIVE
Sabato 27 Aprile
18:15 | Prove Libere 2 | Diretta su INDYCAR LIVE
21:30 | Qualifiche | Diretta su INDYCAR LIVE
Domenica 28 Aprile
16:15 | Warm Up | Diretta su INDYCAR LIVE
19:30 | Gara | Diretta su Sky Sport
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