Il 5 ottobre 2014 Jules Bianchi si schiantava contro una gru lasciata nelle vie di fuga del tracciato di Suzuka. Un incidente che era destinato a diventare una lezione per la F1…
Dopo la morte del pilota, infatti, la sicurezza ha fatto passi avanti grazie all’introduzione dell’Halo, sistema di sicurezza tanto controverso quanto salvifico

Il 5 ottobre 2014, sul circuito di Suzuka la monoposto di Jules Bianchi usciva di pista a causa di una perdita di aderenza dovuta alla pioggia battente. Un fuoripista che terminò con lo schianto della vettura contro una gru, lasciata nelle vie di fuga e che sarebbe dovuta servire per prelevare la monoposto incidentata del collega Sutil.
A nulla serviranno i soccorsi e il venticinquenne morirà in ospedale mesi dopo, al termine di un lungo coma che aveva lasciato sperare tifosi e famiglia fino all’ultimo. Un incidente a cui spesso si ci è riferiti parlando di fatalità, quando in realtà di caso o destino c’è ben poco.
Bianchi: fatalità o disattenzione?
Anche se in regime di Safety Car infatti le monoposto viaggiano a velocità elevatissime, velocità non compatibili con il tempo meteorologico di quel giorno. In molti, infatti, criticarono il fatto che la direzione gara non avesse fermato la corsa, vista la pioggia battente che non permetteva ai piloti una visuale chiara, viste le difficoltà dovute anche alla poca aderenza.
Non fu da meno la gru, lasciata in un punto pericolosissimo vista la situazione. Dall’incidente di Bianchi, per cui venne accusata tutta la direzione gara, compreso il direttore Charlie Whiting, la Federazione introdusse alcune modifiche per quanto riguarda la sicurezza.
Tra queste spicca l’Halo, salvifico in molti incidenti successivo tra cui quello di Grosjean che riuscì miracolosamente a sopravvivere all’impatto e ad uscire dalla monoposto in fiamme.
Progressi che per quanto positivi non possono non lasciare l’amaro in bocca per quel giorno, per quel venticinquenne che, grazie ad un pò di coscienza in più, avrebbe potuto essere ancora tra noi, magari alla guida di una Ferrari, magari accanto a quel Leclerc che ha formato come un fratello minore…
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Immagine in evidenza credits to: Formula Uno Analisi Tecnica